FLY Open Air è un festival di due giorni, si svolgerà questo weekend in Scozia. La line up è di tutto rispetto, da Nina Kraviz a Seth Troxler passando per Solomun, KiNK; Honey Dijon e molti altri. Il tutto in una location davvero suggestiva, intorno a Edimburgo.
Ma a catalizzare l’attenzione sul festival, oltre ai fattori artistici e geografici, c’è un dettaglio interessante: il festival proibisce l’utilizzo dei telefoni, degli smartphone, nello stage di Boiler Room. All’ingresso è infatti obbligatorio consegnare l’apparecchio in una custodia che ne inibisce l’uso, custodia che si sblocca soltanto una volta fuori da quello spazio.
Una decisione curiosa, interessante soprattutto perché messa in atto in un palco, quello dedicato a Boiler Room, in cui foto e video sono parte integrante dell’esperienza. E forse proprio con questa provocazione gli organizzatori di FLY Open Air vogliono dare un segnale forte, invitando i frequentatori del festival a vivere i momenti di musica e condivisione senza le distrazioni e il presenzialismo da social e da video a tutti i costi.
Da anni ormai si dibatte della questione in modo sempre più acceso. Di sicuro, telefoni di ultima generazione e social network sono un connubio che ha cambiato in fretta e radicalmente le nostre vite, facendoci spesso vivere attraverso lo schermo e generando numerose problematiche inedite dal punto di vista psicologico e sociale. Una su tutte, per restare su un tema diffuso e generalista, la famosa FOMO (fear of missing out, la “paura di essere assenti”, il timore di non far sapere a tutti di essere in un posto a fare una determinata cosa, o meglio il timore di non poterlo dimostrare attraverso i propri profili).
La decisione di FLY Open Air poteva apparire sciocca o polemica qualche anno fa; oggi, invece, appare come una scelta consapevole, probabilmente perché inizaimo tutti ad averne abbastanza di questa inutile frenesia social. Sono segnali di una controtendenza di cui si cominica a parlare sempre più spesso.
17.05.2019