• GIOVEDì 05 DICEMBRE 2024
MIR 2024

“Cerco chi vuole mettersi in gioco”: Fish e i nuovi talenti nel Demolition Panel al MIR

Abbiamo chiesto a uno dei più importanti producer italiani cosa si aspetta dai brani del Demolition Panel del MIR di Rimini

Foto: Umberto Nicoletti

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Fish non è certo un nome che ha bisogno di presentazioni: producer tra i più blasonati, riconosciuti e influenti della storia dell’hip hop italiano, nella sua lunga e luminosa carriera è riuscito ad attraversare stili e generi vari tra urban, rap, pop e molto altro ancora.

Gli abbiamo chiesto cosa significa per lui essere nel ruolo di chi deve dare un giudizio su brani nuovi, cosa cerca in una traccia e in un artista, proprio come succederà al Demolition Panel al MIR di Rimini domnica 7 aprile (scoprite come iscrivervi gratuitamente e far sentire i vostri pezzi QUI).

 

Cosa cerchi in un nuovo artista?
Cerco originalità e voglia di lavorare, di mettersi in gioco e di essere diverso dagli altri.

Cosa cerchi in un brano che ascolti per la prima volta, come ascoltatore appassionato?
Onestamente quando ascolto musica da appassionato ascolto cose che mi hanno già appassionato, so già ciò che trovo e non cerco ciò che non conosco, la musica da ascoltatore mi serve per avere altre iniezioni di passione.

Cosa cerchi in un brano che ascolti per la prima volta, come professionista della musica?
Cerco delle cose fresche, nuove, originali, che non ci sono in un mercato dove rischia di esserci troppa roba tutta uguale, un’offerta che soddisfa un po’ la domanda ma una domanda che è un po’ vecchia. Quindi quando esce qualcuno che vende un mondo nuovo, brani e artisti che sanno dove vogliono andare, ecco io cerco quello.

Cosa manca oggi nel mercato discografico?
Penso che in questo momento non manchi niente al mercato discografico: ci sono i mezzi, la tecnologia, le persone valide. A volte mancano un po’ le idee. Quelle le hanno in pochi, e chi ha quelle giuste, vince.

Il futuro della musica è…?
Non so quale fsarà il futuro della musica ma so che la musica non morirà mai. Magari ci sarà un’inversione di tendenza, dopo anni di musica fatta solo al computer avremo un’apertura verso produzioni più suonate, con strumenti veri.

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Albi Scotti
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