Foto: Stefano Masselli
Ci sono momenti in cui è sacrosanto lasciarci andare alla cassa in quattro, all’anthem cantato tutti insieme, ai fuochi d’artificio, agli effetti speciali da mainstage, al tastierone EDM o al drop techno dopo un break lungo due minuti buoni. Si tratta dell’essenza della musica da ballare, in fondo. Che è una parte consistente, preponderante, del nostro mondo. Quello dei dj. Ma possiamo dirci serenamente appassionati di musica elettronica, a 360 gradi, e pensare di immergerci anche nelle avanguardie, nelle sperimentazioni, nella musica in tutte le sue sfaccettature. E parlarne, proprio qui, dove è giusto dare spazio alle cose belle e interessanti. Come FKA twigs. Che è arrivata a Milano per il suo tour venerdì 29 novembre, e il suo concerto al Fabrique (molta gente, quasi sold out, ingressi molto ben gestiti anche grazie ai biglietti nominali operati da DICE, che hanno funzionato bene) ha lasciato un segno profondo. Una serata che merita di essere raccontata.
FKA twigs è una cantante britannica. Ma definirla così è estremamente riduttivo. twigs canta, suona, è una danzatrice eccezionale, e ha una padronanza dello spettacolo che la proietta in un fascia altissima di performer a livello mondiale. Non a caso si parla moltissimo di lei, che sposta i confini della sua musica verso l’arte, l’installazione, l’happening, che fa tutto e lo fa bene. Perché questa è la differenza tra i tantissimi talenti velleitari che “ci provano” e una come lei: saper riconoscere i propri limiti, fermarsi un po’ prima del tentativo goffo, della figuraccia, del diventare amatoriali. Gli altri hanno questi tipi di problemi. Lei, semplicemente, no. Il concerto di Milano ci ha rivelato l’evoluzione incredibile di un’artista che ha la piena padronanza dei suoi mezzi espressivi, e che ha incantato tutti con uno spettacolo che è, senza troppi indugi, il concerto dell’anno. Musicalmente, si porta sul palco tre musicisti, polistrumentisti, che sulle sequenze suonano pads, batterie elettroniche, percussioni cablate, chitarra, basso, violoncello. E la sua voce. Perfetta, soave e violenta, senza sbavature per tutto lo show. Scenicamente, il concerto è una magia, una lezione da studiare su come si ottimizzano budget e idee. Il palco del Fabrique non è enorme, è un club, e light design e quinte fanno tutto. Le luci sono programmate e giocate in modo perfetto, riescono a dare senso a ogni secondo del concerto. E creano effetti magnifici sulle quinte di stoffa alle spalle di FKA e del corpo di ballo, tre ballerini che tra la tradizione giapponese kabuki e stili decisamente più occidentali sono il contraltere perfetto di twigs, che in scena è magnetica, maestosa, una dea. Letteralmente. Perché canta, balla, sa passare da un mood, da un’atmosfera all’altra senza soluzione di continuità, gestendo la situazione in modo impeccabile. I costumi sono un altro punto forte dello show. Incredibili. E non sono in senso strettamnte estetico. Anzi, costruiscono un’estetica. Danno l’accento giusto a ogni cambio di scena. Ma i colpi di scena non sono tutti qui.
Foto: Stefano Masselli
A metà concerto, le quinte in velluto cadono e rivelano che non era tutto un playback. Ci sono i musicisti. Che suonano su un’impalcatura che rende lo stage una struttura a due piani: sotto FKA e il corpo di ballo; sopra, i musicisti. Certo, le sequenze in playback ci sono. Anche delle parti cantate in playback ci sono. Ma non è importante, non toglie nulla allo spettacolo. Anzi, è un trucco funzionale per permettere alla protagonista di esibirsi al meglio fisicamente. Ed è una gioia per gli occhi. Danze marziali con le spade, pole dance, esercizi stilistici di alto livello. Tutto è perfetto, studiato in modo rigoroso in ogni dettaglio con cura maniacale. E senza sembrare una rincorsa all’effetto wow. Perché è tutto, davvero, wow. Fantastico. Speciale. Oltre i limiti del già visto, del già sentito. Si ha l’impressione di vivere qualcosa di importante, di grande. Il concerto che fotografa la musica e la sua asticella più alta nel 2019. Elettronica, organica, fisica, intellettuale, cuore e testa, pensiero e azione, arte e intrattenimento. FKA twigs è tutto questo, espresso a un livello stellare. 10 e lode. Anzi, 11. Per tutto il resto, ci sono i velleitari, che ci provano, fanno le mossette. Un’altra storia, un altro campionato, un altro sport. Lei è oltre.
04.12.2019