Arrivano da due album, ‘Pharmacy‘ del 2015 e ‘The Aviary‘ del 2017, che hanno riscosso successo globale sia tra il pubblico che tra la critica. I loro singoli fanno sempre tappa fissa ai vertici delle classifiche di ascolto, che siano alla radio o in streaming. I Galantis, insomma, sono la perfetta macchina sforna hit.
Gli ingranaggi principali sono due ragazzi svedesi, Christian Karlsson (conosciuto anche come Bloodshy) e Linus Eklöw (famoso, prima del duo, sotto l’alias Style of Eye). Citare tutti i loro pezzi famosi sarebbe un lavoro troppo lungo per un articolo, ma si possono citare tranquillamente ‘No Money‘, ‘Peanut Butter Jelly‘ e la gigantesca ‘Runaway (U & I)‘, assoluto fenomeno dance del 2014.
Ma ridurre i Galantis alla sola dance sarebbe riduttivo. Christian e Linus sono infatti squisitamente pop, con melodie, suoni e testi che riescono a piacere veramente a chiunque. Li abbiamo contattati via Skype direttamente ad Hong Kong durante il loro ‘The Aviary Asia Tour’ e gli abbiamo fatto qualche domanda in occasione della loro data del 16 febbraio prossimo al Fabrique di Milano.
Ciao ragazzi, come vi sentite in vista della nostra tappa italiana? È la prima volta come Galantis giusto?
Ciao a tutti i nostri fan italiani e ad i lettori di DJ Mag Italia! Sinceramente, siamo molto gasati. Abbiamo appena finito il tour USA, siamo attualmente nel bel mezzo di quello asiatico e non vediamo l’ora di iniziare quello in Europa. Sarà un bus tour, il che rende tutto ancora più interessante.
Partendo dal principio, come nascono i Galantis?
Christian: quando facevo parte del trio Miike Snow ero un grandissimo fan di Linus, Style of Eye. Decisi di contattarlo per remixare il nostro pezzo ‘Animal’. Da qui ci incontrammo in studio, l’alchimia fu praticamente immediata. Circa tre anni è uscito ‘Smile’ il primo singolo dei Galantis.
Sappiamo che la vostra esibizione non consiste in un semplice dj set. Come si sviluppa quindi il vostro live show?
Hai ragione, non ci piace proprio esibirci come semplici dj. Ci piace il rischio, ci piace aggiungere elementi che ci possano dare anche la possibilità di sbagliare. È sempre una sfida con noi stessi, se no che gusto ci sarebbe? Durante la nostra esibizione cerchiamo sempre di seguire il flow che si crea durante la serata. Cerchiamo di ricreare la situazione che abbiamo in studio, utilizziamo sampler, launchpad, e quello che troviamo anche al momento nella città in cui siamo. Ci piace aggiungere strumenti al volo. Oltre a questo abbiamo sempre la batteria, perché Linus è anche batterista.
È appena uscito il vostro nuovo singolo ‘Tell Me You Love Me’ insieme a Throttle. C’è un motivo particolare per il quale avete scelto proprio lui per collaborare?
Prima di ‘Tell Me You Love Me’ non conoscevamo personalmente Throttle, ma ci piaceva il suo stile. È un ragazzo giovane ed estremamente valido. Un giorno ci mandò un vocal, quello che poi sarebbe stato contenuto nel pezzo, e ci piacque. Ha una grande energia, e così ci siamo detti di provare a fare qualcosa insieme e vedere se ne sarebbe uscito qualcosa di bello. Tutto il resto è arrivato molto semplice e naturale, e siamo entrambi molto soddisfatti del risultato.
Come nasce “Seafox”, il vostro particolarissimo simbolo?
Abbiamo avuto quest’idea, un po’ dal nulla, di unire un gatto a delle creature sottomarine e vedere cosa ne sarebbe uscito. Abbiamo consegnato queste volontà alla stessa persona che ha creato i celeberrimi caschi dei Daft Punk e il risultato è stato il gatto con la medusa. È piaciuto a tutti, a noi e ai fan. Dopo questo abbiamo voluto continuare, partendo sempre dal gatto come base ed aggiungedoci fiori ed uccelli.
In radio, le vostre canzoni più famose sono sempre su toni molto freschi ed euforici. Se doveste consigliare qualche vostra canzone che si discosti un po’ da questo tipo, quali sarebbero?
Allora, proprio tre al volo così, senza pensarci molto, diciamo ‘Written in the Scars’, ‘Salvage’ e ‘Hello’. È sempre lo stile Galantis, ma di sicuro sono diverse da ciò che del nostro repertorio passa poi in radio.
15.01.2018