Foto: OLI SCARFF
“Con grande rammarico, dobbiamo annunciare che l’edizione 2021 di Glastonbury Festival non si svolgerà e che questo sarà un altro anno di inattività per noi. […] Nonostante i nostri sforzi, è chiaro come semplicemente non saremo in grado di organizzare l’evento quest’anno. Ci dispiace deludervi tutti”. Queste sono le pesanti parole con cui gli organizzatori di uno dei più storici festival al mondo, e di uno dei happening musicali più celebrati in Gran Bretagna, annunciano un altro anno di stop.
L’incertezza sul futuro destabilizza in modo particolare il mercato degli eventi di massa – fiere, concerti, festival, mostre – in cui, in pochi giorni, si devono capitalizzare gli investimenti di capitali, tempo, energie e pianificazione di molti, molti mesi. Il rischio d’impresa, connaturato all’interno di queste realtà, sembra essere ora diventato insostenibile per colpa della pandemia e di tutte le limitazioni ad essa connesse. La soluzione, quindi, per chi se lo può permettere è quella di aspettare e rimandare il ritorno in grande stile al 2022.
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L’anno scorso era stato Ultra Music Festival uno dei primi grandi player internazionale ad alzare bandiera bianca e a creare, inevitabilmente, un massiccio e diffuso effetto domino. Il 2021 deve essere l’anno della ripresa, lo sappiamo, ma per intanto sembra essere caratterizzato da tanta plausibile cautela. Promoter, artisti e case discografiche procedono con i piedi di piombo, preparandosi per possibili, anelate aperture ma senza lasciarsi andare a futili sogni ad occhi aperti. Ora come mai, un’organizzazione non può permettersi un investimento sbagliato. Perché se negli anni scorsi un festival da bicchiere mezzo vuoto poteva significare una successiva edizione in tono dimesso, in questa congiuntura significa solo una cosa: la sua scomparsa dalla mappa.
Glastonbury Festival ha prudentemente svelato le sue carte con sincerità. Vedremo cosa faranno gli altri grandi player internazionali con Ultra Music Festival che, un’altra volta, sembra essere pericolosamente troppo vicino. In fondo, mancano solo due mesi. Vi terremo aggiornati.
21.01.2021