Il cammino che ormai da tempo ha deciso di percorrere Steve Angello è ben noto, non arriva di certo come un fulmine a ciel sereno. Per questo, parlando di ‘HUMAN’, il nuovo sforzo del membro della Swedish House Mafia, non si può gridare totalmente alla novità. Per questo ma anche perché a livello di sonorità si sentono, tra i variopinti sound che compongono la tracklist, delle eredità che arrivano anche da Wild Youth, precedente album dello svedese risalente ad inizio 2016.
Non una freschissima novità, quindi, ma un’evoluzione che ha portato Angello su sentieri decisamente più underground rispetto agli ultimi cinque anni, almeno. Le tracce strumentali sono in maggioranza in confronto a quelle cantate, e anche queste ultime sono particolarissime. Se dovessimo trovare dei riferimenti in altri artisti, si sentono delle similitudini con deadmau5, Eric Prydz e Daft Punk.
Il pezzo di maggior spessore in assoluto è certamente quello di apertura, ‘Rejoice’, singolo che ha ampiamente anticipato l’album e ha raccolto giudizi più che positivi pressoché all’unanimità. Oltre a questa troviamo anche ‘Nothing Scares Me Anymore’, che non è altro che la ex ‘Feels Like Heaven’. Questo cambio di testo e cantante, però, non le ha garantito la stessa solennità che aveva in precedenza. Solennità che è una delle parole chiave di ‘HUMAN’, pieno di titoli con rimandi trascendentali (‘God’, ‘Glory, ‘Grace’, ‘Freedom’, ‘Heroes’, ‘Paradiso’, ‘Eros’, la stessa ‘Rejoice’) e cori vicini alla musica ecclesiasitca.
Quest’album è lo specchio di un produttore molto più profondo, spirituale e concettuale rispetto al passato. Si sente la volontà di uscire dagli schemi che lo hanno reso famoso e andare oltre. Si sentono interludi come ’21’ e ‘Eros’ che sono puri esercizi di stile, non necessari, ma che non stonano. Mica dev’essere tutto per forza necessario, soprattutto in un’arte come la musica. Non siamo di fronte ad un album semplice: abbiamo ventuno tracce molto poco pop, che richiedono due o tre ascolti prima di essere assimilate a dovere.
Tutto ciò che esce fuori da HUMAN sembra quasi ricoperto da una patina mistica, fatta di un’introspezione psicologica prima ancora che musicale. C’è un nuovo Steve Angello che ci racconta il percorso che ha compiuto in questi anni. Le canzoni che vanno a formare quest’album prendono la forma di squarci di luce all’interno di una penombra con la quale egli stesso ha deciso di circondarsi. Piccole illuminazioni alla fine di un cammino di meditazione.
‘HUMAN’ è tutto questo ed è soprattutto una cosa in più: è il ritratto perfetto del nuovo Steve Angello.
27.04.2018