Cosa ci conquista quando andiamo a ballare? La musica, certo. L’impianto, le luci, il design del club. Ma soprattutto chi c’è dentro il club insieme a noi: il ruolo del pubblico è fondamentale per la buona riuscita di un evento. Qual è il livello di civiltà di quegli esseri ballerini che caratterizzano la nostra penisola? Tra risate, viaggi musicali, nuove conoscenze e tante cose belle, sopravvivono quei vizi apparentemente innocenti che nel ventunesimo secolo, tra missioni spaziali, realtà virtuale e nanotecnologie, siamo pronti per iniziare a lasciarci alle spalle. Tralasciando veri e propri atti criminali come l’uso di spray al peperoncino e altre azioni da bambini bisognosi d’attenzioni, questi sono i sette peccati capitali del peccaminoso clubber medio. Andiamoli a vedere.

7. Le sigarette
Non certo una piaga incontrastabile, dal momento che nella maggior parte dei club è proibito fumare e il buttafuori ci sta addosso senza pietà. Ma in quei casi in cui è consentito, oppure il controllo non è un granchè, l’effetto è veramente nauseante. Centinaia di persone in festa in una nebulosa, roba che torni a casa come se ti fossi lanciato in una vasca di tabacco. Lunga vita alle aree fumatori e ai club open-air.
6. Scavalcare
Nel 2017 è incredibile quanto il bracciale eserciti ancora un’influenza determinante sulla serata di certe persone. Come se ascoltare un artista di ottimo livello, o comunque prender parte a una serata di qualità, non fosse la stessa cosa senza quel coso colorato al polso, o dal punto di vista più rialzato possibile. Così, coloro che in discoteca ci vanno unicamente per i propri follower social o poco più, proprio non ce la fanno a contenere il bisogno di stare lassù. Esaurite tutte le carte da giocare per ottenere il pass, l’alternativa resta “scavalcare”. Raga, non avete più sedici anni…

5. Il torso nudo
Altra cosa che, a quasi vent’anni dal nuovo millennio, non capisco come sia ancora possibile. Ok, la maggior parte dei club non ha ancora capito che il “pacchetto sauna” andrebbe specificato nel biglietto d’ingresso, perchè nuotare nel sudore proprio (e altrui) non è un sport così divertente. Eppure me ne sono fatte di vasche, come immagino tutti voi. In quelle notti in cui l’aria è densa, il dj sta andando fortissimo e il pubblico è in fiamme, uscire dal club con la maglietta fradicia non è cosa nuova. Se però ci si mettono le mandrie di esseri umani a torso nudo, la cui lucidità è la costante, il tutto prende una bella sfumatura disgustosa.

4. I fischietti
Quando il torso nudo si fonde con questo peccato qui, la combo è mortale. No, seriamente, a che cazzo servono i fischietti dentro una discoteca? È pur vero che non sono soliti ai piccoli club, o alle adunanze in cui si va per la ricercatezza, e caratterizzano più determinati super club accompagnati da una possente cassa dritta all night long. Ma quando mi trovo davanti a centinaia di arbitri a popolare il dancefloor, a tenere il ritmo con quello stridìo assillante, qualche domanda esistenziale ammetto di farmela. Sbaglio io o sbagliano loro?
3. Stress al dj: video col flash, selfie e strette di mano invadenti, note sul telefono
Quando il livello di inciviltà non è abbastanza elevato al centro della pista, spesso si manifesta intorno alla console, o nel backstage. Quante volte vi sarà capitato di vedere il faro, ovvero quel clubber che non ha nè bevuto nè preso qualcosa, ma marmoreo resta col braccio verticale e un fascio di luce abnorme nella mano, per almeno tre o quattro minuti? Una bella torcia del Samsung o dell’iPhone, dritta in faccia al guest di turno, che imbarazzato sorride mentre cerca almeno di individuare i bottoni sulla console. Stessa cosa vale per quegli pseudo-fan che si posizionano sotto cassa per tutta la durata del set, senza riuscire a contenere il loro bisogno di “toccare” la divinità dj, fargli i cuoricini con le mani o mettersi di spalle al dj booth per fare un selfie mastodontico. Roba che il 90% di voi (spero) sprofonderebbe nella vergogna.

2. I ladri
Altra piaga inaccettabile nell’era più avanzata della storia dell’uomo. C’è ancora chi va a ballare con lo scopo di tornare a casa con tre o quattro capi d’abbigliamento in più addosso, o con lo smartphone trovato a terra, o col portafogli abilmente sottratto dalla borsetta incustodita sul divanetto; quello sì che ti rovina la serata. Il problema è che non si può interpretare questa piaga unicamente come una carenza di controlli, perchè riuscire a gestire centinaia (a volte migliaia) di persone che si spostano, ballano, si siedono, pomiciano, sgomitano e si accasciano, è già difficile di suo. Il sentimento di civiltà dovrebbe venire dal pubblico in primis nel non toccare la roba altrui, anche se è incustodita al buio del locale. E poi magari, stare un po’ più attenti a non lasciare cose nostre in giro…
1. Le risse
Questo sì che è un grosso problema. Oltre ad essere il maggiore, è il più tristemente frequente nei locali e ci caratterizza nel mondo insieme a pochi altri, come gli inglesi o i russi. Parliamoci chiaro, le feste sono fatte per divertirsi. Qual è il cortocircuito mentale di chi va a ballare con una decina di amici per dar fastidio al prossimo? Cioè, la musica è lì per te, ci sono tante belle ragazze (ok, dipende dalla serata), gente sorridente, interessanti persone da conoscere; perchè farti cacciare per dieci minuti di criminalità? Certe volte poi vedo mazzate pesanti, della serie cinque contro cinque, e sorrido sempre a pensare “chissà quale sarà stata la disputa economico-politica su massimi sistemi che hanno affrontato”. Invece è sempre un deludente sguardo di troppo, o un palpeggiamento alla fidanzata.
29.03.2017