Lo scorso ottobre Ricardo Urgell, ex proprietario del gruppo Pacha, in un’intervista al magazine online del Sole 24ore pose l’attenzione sul processo di massificazione turistica in atto a Ibiza e sull’inesorabile perdita dell’anima del momento forse più magico della vita sull’Isla Blanca: la notte. La trasformazione di una parte dell’isola in una grande pista da ballo 24 ore su 24 da alcuni anni sta trovando sempre più oppositori, dai dj, agli addetti ai lavori fino alle istituzioni.
A questo proposito, il sito Diario de Ibiza riporta come i nuovi limiti sonori introdotti nell’area di San Antonio causeranno la chiusura di nove club nel periodo estivo, cioè quello di massimo affollamento dell’Isla. Il limite posto a 65 dB impedirà infatti agli esercizi commerciali di proseguire nella loro attività come accadeva da anni. Le nuove disposizioni, inoltre, obbligheranno i club a spegnere la musica alle 3.00, due ore prima del limite in vigore fino alla stagione 2017.
Queste decisioni restrittive derivano dalla forte presa di posizione del sindaco contro quello che definisce il “noisy tourism” (turismo rumoroso) delle discoteche a favore di una San Antonio più silenziosa, a misura di turista e capace di attirare una sempre maggiore fetta di visitatori provenienti al di fuori del mondo della musica elettronica. Fortunatamente, i super club come Ushuaïa, Hï, Pacha e Amnesia sono in un’altra zona dell’isola e non saranno in nessun modo interessati da queste limitazioni, per adesso.
11.01.2018