Il vero tormentone dell’estate 2014, ormai ve l’hanno detto pure gli amici al bar, il prete durante la messa, la zia che andate a trovare la domenica a pranzo, Studio Aperto e la parrucchiera di vostra madre, è la Ice Bucket Challenge. Anzi, #icebucketchallenge (guai a dimenticare gli hashtag!), la sfida a secchiate d’acqua gelata che ha conquistato personaggi famosi e non, con il nobile intento di sensibilizzare la raccolta di fondi per la ricerca di una cura contro la SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, una di quelle malattie terribili, degenerative, vigliacche, contro cui cui non abbiamo ancora trovato una soluzione. Naturalmente, anche i super dj hanno partecipato e si sono fatti il loro video con la secchiata gelata. Ve ne proponiamo qualcuno.
Al di là del siparietto, del gioco, in queste ultime settimane si è scatenata una vera e propria battaglia d’opinione intorno alla #icebucketchallenge. Chi crede sia una cosa nobile, chi ritiene invece sia solo un atto di vanità da “VIP impegnati” alla ricerca di visibilità, chi si scaglia contro il gesto simpatico perchè in realtà non serve a sensibilizzare verso la causa, ma resta soltanto una goliardata.
https://www.youtube.com/watch?v=IrOU4_bwE7M
La rete è sempre il territorio di caccia preferito da detrattori e criticoni professionisti; la #icebucketchallenge è diventata da subito, proprio grazie al suo successo virale, un bersaglio goloso per i predatori da tastiera. Certamente è vero che la challenge rappresenta un ottimo modo per farsi un po’ di pubblicità e per nutrire il proprio ego e la propria vanità (questo vale per tutti, famosi e non, che si sono filmati mentre si beccavano la famigerata secchiata). Ma, se serve ad una buona causa, perchè stare a criticare? Anche donando poco, c’è da scommettere che quel “poco” sia comunque più di quanto normalmente molti di noi donano a questo tipo di ricerca, proprio perchè non sensibilizzati o informati in merito.
https://www.youtube.com/watch?v=yEk3rjqyknQ
E se dev’essere il nostro attore, dj, cantante preferito a doverci sensibilizzare sul problema, ben venga la cazzata vanitosa e auto-compiaciuta. Anche perchè c’è molto più auto-compiacimento nella critica gratuita, a tutti i costi, che in un bonifico – che sia da un euro o da un milione – a fin di bene. E poi, come ci si può lamentare della vanità a scopo benefico, nell’epoca della vanità a scopo egocentrico dei selfie in bagno, al ristorante, al bar, in vacanza?
https://www.youtube.com/watch?v=cMiAtmcSIug
01.09.2014