Il gigante della dance ID&T taglierà 60 dei suoi 150 posti di lavoro. È necessaria una “grande riorganizzazione”, spiega il più grande promotore e organizzatore di show di musica elettronica al mondo. “Da marzo, il core business societario si è fermato completamente”, ha riportato il quotidiano olandese deVolkskrant. Così, il 40% dei posti di lavoro andrà perso. “Una giornata nera, per la nostra storia”, ha affermato Ritty van Straalen, CEO di ID&T.
“Siamo gli ultimi in ordine di tempo, tra i principali organizzatori di concerti, ad annunciare una radicale riorganizzazione”. I licenziamenti secondo ID&T erano inevitabili considerato che ora la società è impossibilitata nell’organizzare eventi di massa come ad esempio il Mysteryland (130mila visitatori nel 2019). L’industria musicale legata agli eventi, come sappiamo, è completamente in perdita e bloccata da quando il Coronavirus ha colpito il pianeta.
L’azienda quindi, che contava sino a fine settembre 150 dipendenti, non ha avuto altra scelta che ridimensionarsi. E questo non è solo un duro colpo per ID&T, precisa Van Straalen: “Noi, Mojo e altri grandi organizzatori di eventi siamo solo la punta dell’iceberg. Noi vendiamo biglietti e poi mandiamo i soldi ad artisti, compagnie di luci e suoni, location per eventi, catering, addetti alle pulizie, autisti, manager. I grandi artisti saranno ancora in grado di sopportare la crisi per un po’ ma l’enorme cupola che li protegge sta collassando”.

Il problema è che l’incertezza ci accompagnerà anche per l’anno prossimo. “Bisogna considerare anche un’altra cosa, che un festival non lo si può preparare in tre mesi, occorre più di un anno per realizzarlo”, aggiunge Van Straalen. “Bisogna prima costruire i palchi, prenotare gli artisti, vendere i biglietti. E noi guadagniamo solo con l’ultimo 10% della vendita dei tagliandi di’ingresso: il resto è tutto per coprire i costi”.
ID&T ha recentemente vinto una causa contro Nationale Nederlanden, Reaal e altri due assicuratori che non volevano rimborsare l’annullamento di alcuni show (11,5 milioni di euro la somma totale) perché il Covid-19 non rientrava nelle condizioni. Ora la società di Amsterdam è in trattativa con il governo con la speranza di poter istituire un sistema di garanzia per i festival. “Tramite test rapidi, mascherine e altre misure potrebbe essere possibile, almeno in Olanda, creare una bolla di visitatori incontaminati. Un po’ quello che per esempio hanno fatto durante l’ultimo Tour de France”, conclude uno sconfortato Van Straalen.
06.10.2020