Nell’era digitale la visibilità sembra essere la valuta per antonomasia. DJ e producer cercano a tutti i costi di emergere in un mercato saturo, spingendosi talvolta a cercare scorciatoie.
È così che sta prendendo piede un trend fake: l’utilizzo di gruppi di supporto like, follow e commenti e i servizi a pagamento di playlist Spotify per ingannare l’algoritmo e gonfiare gli ascolti.
Alla base la falsa speranza che con counter elevati si possa essere presi in considerazione da club e manager. Tuttavia questa strategia si rivela quasi sempre un boomerang, con rischi seri per la credibilità e la carriera.

Foto: IA
Gruppi di supporto like & commenti
Sono gruppi numerosi nei quali ogni volta che qualcuno crea un post si chiede a tutti di mettere un like e un commento, si cerca così di aumentare l’engagement e dare l’idea che un artista sia molto seguito. Il problema è che se la credibilità dipendesse esclusivamente dal numero dei like o dei commenti chiunque potrebbe emergere. Quando poi si ricercano altri dati come residenze in locali, party importanti, collaborazioni famous o release impattanti, non si trova niente.
Playlist Spotify
Sono tanti i servizi che offrono di far crescere gli ascolti su Spotify inserendo una traccia in playlist certificate e con ascolti elevati, ma dietro quei numeri non ci sono fan reali, quindi il coinvolgimento è inesistente. Le conseguenze per chi usa questi metodi sono durissime e sancite da Spotify come il non riconoscimento di royalties, azzeramento dei plays e del coinvolgimento, rimozione della traccia, sospensione o chiusura dell’Account e ammende.

Foto: IA
Nessuno vuole lavorare con artisti il cui successo è basato sull’inganno o su una comunicazione ingannevole. Quando un artista viene scoperto il suo talento e il suo duro lavoro sono messi in discussione, così come la credibilità artistica.
Se l’obiettivo è quello di far colpo sui vari booking e management, ostentando numeri elevati, questo è sintomatico di una convinzione un po’ bigotta e semplicistica di ciò che serve per essere “bookati” nei club del mondo.
I professionisti/manager cercano sempre qualità della musica, immagine, credibilità, relazioni solide con A&R e top label ed engagement naturale. Forse è meglio impiegare anni in più lavorando sul proprio talento, sulla performance e qualità musicale, accettando anche con umiltà i pochi ascolti e il poco interesse iniziale: così da crescere e migliorare sempre più.
27.06.2025