“Ire, ti passo l’ultimo EP degli Apes On Tapes, dagli un ascolto, io ci ho sentito dentro i Modeselektor e mi è piaciuto tantissimo”. Inizia così la storia che mi ha portato ad intervistare il trio emiliano in occasione della stampa in edizione limitata di “Pitagora’s Bitch”, un lavoro di 8 tracce infinitamente bello uscito prima a luglio e ora stampato su cd. Tra le collaborazioni spiccano quella col rapper fiorentino Millelemmi e quella col produttore bolognese Godblesscomputers: nella nostra chiacchierata abbiamo parlato di streaming musicale, di Illuminati, di Gorillaz e di eiaculazione. Mettiti comodo.
Ciao ragazzi, come state? Raccontateci cosa state combinando nelle vostre vite in questo momento.
Periodo di fibrillazione. Stiamo combinando un nuovo album e proprio in questi giorni stiamo definendo tracklist, titolo e sistemando le versioni definitive dei pezzi. Sarà una cosa bella corposa, variegata ed eclettica. Poi nel weekend suoniamo spessissimo e suonare dal vivo è quello che ci diverte di più. Insomma, le cose vanno davvero bene.
Parliamo subito della vostra ultima release, l’EP “Pitagora’s Bitch”, uscito su Bandcamp lo scorso luglio e ora stampato in limited edition su cd. La copia fisica differisce dalla digitale per due bonus track, “Fingerblood” e “Meteorism”: come le avete selezionate tra i tanti materiali inediti prodotti in questi tre anni?
“Pitagora’s Bitch” è arrivato dopo un lungo periodo di silenzio, dal punto di vista delle uscite ufficiali. In questi tre anni ovviamente abbiamo prodotto un bel po’ di materiale, in parte rimasto a stagionare, in parte suonato in modo “carbonaro” durante i live. Pitagora è stato un modo per gridare “ehi, siamo qua eh!” e dobbiamo dire che il grido è stato sentito molto chiaramente. Volevamo cimentarci in una prova, che era quella di creare delle collaborazioni con amici-colleghi a livello di produzione dei brani. Inoltre c’era la prima vera prova con Dyami alla voce. Poi è venuta fuori la possibilità di avere una versione “fisica” dell’EP e a quel punto ci siamo detti che ci voleva qualcosa di più per rendere questa limited edition davvero “limited”. Tra i vari pezzi creati in quei tre anni, “Fingerblood” e “Meteorism” appartengono al primo periodo. Non avevano collabs e non potevano rientrare nel prossimo album: ma secondo noi, come bonus track del cd ci stanno alla perfezione.
Ditemi che il titolo dell’EP non c’entra nulla con gli illuminati. O che in quel caso, ci sia almeno una presa in giro.
“Pitagora’s Bitch”, purtroppo, non è stato finanziato dalla società segreta più in voga su internet per scopi collaterali tipo Mk Ultra, controllo delle masse ecc. Ci speravamo ma non è stato possibile. Evidentemente non gli risultiamo appetibili o funzionali. Quando lavoravamo a Pitagora, i triangoli erano molto in voga e volevamo nasconderne uno anche noi, ma non a livello grafico. Quindi l’abbiamo nascosto nel titolo. E alla fine ci sembrava più utile ripassare il teorema che darsi alle logge segrete.
In questo lavoro si percepiscono influenze diversissime tra loro: c’è la bass music, c’è l’ambient coadiuvato dalla voce di Desanimaux, c’è la Berlino dei Modeselektor. Se doveste tracciare una mappatura sonora dell’EP, quali mondi (fisici e non) toccheremmo?
Domandona! Crediamo che per alcune tracce di Pitagora, gli immaginari siano ben chiari (almeno nelle nostre teste) e abbiamo cercato di renderli evidenti in vari modi. “Cattlestar Galak-tical” è la musica del primo videoclip, in cui tre scimmie, che ovviamente siamo noi tre, partono per un cartone a bordo di tre jet spaziali, per entrare nella bocca del grande pianeta delle scimmie. Semplicemente una sorta di presentazione. Quando ti siedi al tavolo ti presenti ai tuoi commensali, no? Per altri motivi siamo restati in volo con il pezzo con Millelemmi: viaggio in aereo con qualche inconveniente tra stress da turbolenza e atterraggi d’emergenza. “Red Square” è porno-music, sa di lenzuola di seta e sospiri, grazie a Desanimaux. “Ejaculattitude” è molto più naturale e introversa, dipinge un amore timido e platonico, in contrasto con l’attitudine paventata nel titolo, ma forse anche no… “Summertone” è un inno: Dyami accoglie hip-hopper e punk-rocker sotto palco, perché siamo affamati di beat senza preclusioni.
Millelemmi è assolutamente una delle mie figure preferite all’interno del panorama rap italiano perché, al di là dell’incredibile capacità di creare flow con le sue rime, è dotato di un’auto-ironia più unica che rara nel vostro ambiente. Come nasce “On Air On Ryanair”?
“On air” è nata a distanza e quasi per caso. Tre anni fa Joe spedì a Mille un file zip contenente un sacco di beat che erano rimasti fuori dall’album “Foreplays”. Uno di questi era titolato (totalmente a caso) “On air on Ryanair”. Millelemmi ce lo rispedì con il testo che avete sentito anche voi. Eravamo sorpresi e gasati allo stesso tempo. Ci eravamo un po’ stufati del rap autoreferenziale o delle punchlines, e Millelemmi ha centrato in pieno il nostro bisogno di surrealismo, immagini e fantasia. Lui ha il verbo e la tecnica, e nel pezzo passa tutto.
Con Godblesscomupters avete invece prodotto “Ejaculattitude”, una canzone che sembra registrata in esterna, ricca di rumori estrapolati direttamente dal caos cittadino che rimandano a tutt’altro che a una dimensione intimistica come quella dell’eiaculazione. Cosa avete voluto raccontare insieme a Lorenzo?
Forse tutto dipende dalle dimensioni dell’intimo. E dove questo intimo lo si mette. In quanto primati, a volte ci tocca parlare da un punto di vista primitivo. L’eiaculazione è, bene o male, un’attitudine dei mammiferi, atta o alla rigenerazione o al piacere. Meccanicamente ha una tensione e un rilascio e nella maggior parte dei casi la ricerchiamo ciclicamente. Tutti questi termini, se riferiti a suoni e musica, ci fanno venire in mente un sacco di correlazioni: raise, drop, loop, beat, ecc. Insieme a GBC abbiamo più o meno cercato di seguire questo filone.
Parlando più in generale, nella vostra estetica ho sempre ritrovato la prorompenza teutonica della Monkeytown records e la psicosi nerd di Jemie Hewlett. Possiamo considerarle effettivamente delle ispirazioni?
Non ci rifacciamo tanto alla scena tedesca, ma se dobbiamo dirne una, la Monkeytown ha un paio di nomi che effettivamente si accostano abbastanza al nostro tipo di suono. Mi riferisco ovviamente ad alcune cose dei Modeselektor e a Robot Koch. Non credo però che la cosa ci sia venuta di proposito, ma che sia uscita così e basta. E probabilmente è anche il bello di tutto questo: scopri che certe cose hanno estetica, gusto, sonorità simili, ma in maniera del tutto naturale. Hewlett è il “creatore” dei personaggi dei Gorillaz…

Ultimamente sono in fissa con quello che gli artisti pensano dei servizi di streaming musicale e ho notato che non siete presenti su Spotify. Possiamo parlare di scelta manageriale, artistica o indifferenza al mezzo?
Al momento non ti sappiamo dare una risposta chiara. Probabilmente un misto delle tre ragioni. Pensiamo in ogni caso di arrivare anche lì a breve.
Grazie mille ragazzi, vi lascio con l’augurio di ascoltare prestissimo un altro lavoro pregiato come “Pitagora’s Bitch”. Avete già segnato i prossimi nomi con cui vi piacerebbe collaborare?
Speriamo che il prossimo sia ancora meglio di “Pitagora’s Bitch”. Di collaborazioni ce ne sarà qualcuna, ma è ancora presto per alzare il velo su tutte le novità…
07.01.2015