Un israeliano di Tel Aviv ed un italiano de L’Aquila di origini e con forti radici iraniane, accomunati dal reciproco intento di esprimere un sound inedito, fresco, che sappia raccontare la fusione di vite, esperienze e culture geneticamente intrinseche al DNA dei due producer. Per Nima (NT89) e Maurice (Whitesquare) la musica è libertà, superamento di limiti personali e territoriali, presa di coscienza di sé stessi e della propria natura artistica, espressione scevra da compromesso. Da questa visione comune la decisione di inaugurare un’etichetta tutta loro, dedita alla manifestazione di sonorità techno ma, come dicevamo, senza barriere di sorta. Lyase Recordings apre i battenti con “Heart of Man” Ep, lavoro realizzato da Dar Shirazi (NT89) con remix curati da Whitesquare, Renee e Talbot Wood. Lyase racconterà dell’amalgama d’intenti nata e sviluppatasi dopo due anni di intensa collaborazione in studio tra i suoi due co-founder, NT89 (in veste di Dar Shirazi) e Whitesquare, che abbiamo incontrato per approfondire i punti cardine di questo progetto e scoprire dettagli che arricchiscano la nostra conoscenza riguardo le loro carriere.
Lyase Recordings è il vostro nuovo progetto, la label che dal prossimo maggio prenderà vita sotto la vostra direzione. Presentateci l’etichetta anticipando, se possibile, prossime uscite ed artisti coinvolti e approfondendo il tipo di concept pensato per la label.
L’etichetta è nata da una nostra profonda necessità di dare spazio e voce ad un sound che abbiamo sviluppato in studio negli ultimi due anni. Un’esigenza di calore e di anima in una scena che si va sempre più commercializzando con uscite fredde ed anonime, se si guarda all’house e alla techno di oggi sono rari i veri artisti che riescono a trasmettere un impulso profondo in pista. Questa è la nostra priorità, la priorità di Lyase. La prima uscita (“Heart of Man” Ep) è stata recepita in maniera incredibile dai grandi dj, un feedback sperato ma inaspettato che ci regala uno stimolo maggiore nel dedicare ore e ore al lavoro, sia in studio che nell’organizzazione vera e propria dell’etichetta. Dopo questo Ep, ci sarà l’uscita di Whitesquare con un remixer di cui ancora non possiamo rivelare l’identità e sicuramente anche un Dar Shirazi remix. Per il terzo, avremo l’onore di far uscire il nuovo lavoro di Curses, con remix di Whitesquare e Dar Shirazi. Per quanto riguarda le uscite successive tutto è ancora in fase di elaborazione.
C’era una volta un producer di Tel Aviv che incontrò, a Roma, un compositore di origini iraniane. La vostra artistica fusione d’anime racconta, alla maniera de “Le mille e una notte”, di due figli d’Oriente che scoprono affinità in terra italica. Come nasce questa partnership?
NT89: ci siamo conosciuti circa 8 anni fa a Roma, grazie al nostro amico in comune Lazy Ants ma ci siamo un po’ persi di vista per il mio imminente trasferimento ad Amsterdam. Qualche anno dopo ho ascoltato il suo bootleg della hit di Joy Orbison “Hyph Mngo” e gli ho subito scritto. Da li in poi è stato un susseguirsi di collaborazioni e condivisioni sia di musica che di idee che hanno portato alla nascita di questo progetto comune.
Whitesquare: come già detto da Nima ci siamo incontrati tramite il nostro caro amico Lazy Ants, un giorno mi scrisse dicendomi che gli piacevano i miei lavori, da li abbiamo cominciato una vera e propria corrispondenza di idee e tracce, giungendo, in conclusione naturale, a comporre alcuni pezzi insieme, maturando l’idea di aprire una congiuntamente una label dove poter dare lustro ai nostri lavori più “personali” e originali.

NT89: Purple Garden, la tua prima uscita del 2014, segna un solco profondo nella tua carriera: racconta un improvviso ammorbidimento del tuo sound, da sempre votato ad esprimere una dura, vigorosa fusione di techno ed electro, ed ora protagonista di un’inflessione verso le sonorità tech house. Raccontaci le motivazioni che si celano dietro questa scelta. Potresti definire la nascita di questa collaborazione con Whitesquare conseguenza diretta della tua evoluzione?
Assolutamente si. Nel 2012, dopo l’uscita su Fool’s Gold mi sono ritrovato catapultato in una scena e in un sound che non sentivo mio, le mie radici techno non potevano trovare spazio e, sebbene avessi raggiunto un appagante successo professionale, non mi sentivo soddisfatto al 100%. Stava diventando un lavoro come un altro e la musica non mi stimolava più. Mi sono preso una pausa dalle release per un anno e ho deciso di rafforzare la mia immagine di dj, suonando prevalentemente ad Amsterdam. Si è rivelata la svolta della mia carriera, finalmente mi sentivo libero di esprimere la mia natura artistica senza i paletti delle release passate o del nome col quale mi ero affermato fino a quel momento. Purple Garden è stata la diretta conseguenza di questo momento, le persone intorno a me all’inizio erano scettiche perché si trattava di un cambiamento drastico e di un grande rischio dal punto di vista professionale, ma per me era l’unica soluzione. L’ho mandata a Shadow Child (ex Dave Spoon), che già conoscevo come label boss di Televizion, etichetta su cui pubblicai il mio ep “DB”. Ho ricevuto subito un feedback positivo e da lì le cose sono cambiate anche a livello di riconoscimento internazionale. La collaborazione con Whitesquare è stata evoluzione naturale, suonavo tantissime sue produzioni, il nostro sound combaciava. Pensare di poter collaborare con lui rappresentava per me un enorme stimolo dal punto di vista artistico.
Whitesquare: Israele è un paese sorprendentemente fertile in ambito musicale, ha dato i natali a grandi artisti del panorama elettronico, penso agli Infected Mushrooms, a Guy Gerber, a Shlomi Aber etc…che lezione credi di aver ereditato da questi top dj?
Sono tutti artisti che rispetto, Guy Gerber ho avuto modo di conoscerlo personalmente. Come puoi riscontrare nelle loro produzioni ed altrettanto nelle perfomance, la musica spesso subisce fortemente la contaminazione da parte della nostra “terra”. Un suono caldo che contrasta spesso con ritmiche veloci e complesse. Israele, ma Tel Aviv in primis, è un posto dove i contrasti e le differenze trovano enorme spazio nella vita di tutti i giorni. A differenza di quello che spesso si vede in TV o sui giornali, è un posto incredibilmente bello e stimolante per un artista.

NT89: NT89 lascerà spazio, su Lyase Recordings, a Dar Shirazi. La metamorfosi di Nima continua, si arricchisce di un nuovo aka, che vorrei ci presentassi rispondendo a questa domanda. Che tipo di progetto dobbiamo aspettarci e quali punti in comune con NT89 potremo riscontrare? Da dove nasce il nome, l’idea?
Circa due anni fa avevo iniziato a sviluppare questo alias con sonorità molto più deep e, se vogliamo, molto più techno di NT89. Suonando nei rave illegali di Amsterdam e nei festival puramente techno come Awakenings, ho sentito il bisogno di dare sfogo a quest’anima più dark e più da viaggio musicale che mi porto dentro. Ascoltando le nuove produzioni mi dicevo che non sarebbero potute uscire con il nome NT89 perché abbracciano un genere totalmente diverso, sia come sound sia come target finale cui rivolgerle. Solo gente diversa, club diversi e serate diverse avrebbero potuto apprezzare queste nuove tracce e il dj set che avevo in mente di proporre. Ho pensato a Dar Shirazi per rimarcare le mie origini iraniane, che riaffiorano e influenzano più chiaramente questo progetto.
Vi esibite mai nei vostri paesi d’origine? Come si vive, nelle vostre terre natìe, l’era imperante della musica elettronica?
Whitesquare: Vado molto spesso a Tel Aviv e mi esibisco quasi ogni volta. Lì il fenomeno clubbing è molto diffuso, i locali sono aperti tutti i giorni della settimana fino a tarda notte e può capitare anche durante la settimana di ascoltare un dj internazionale che si esibisce in qualche localino da 300 persone. In più abbiamo il Block che reputo uno dei locali più importanti del medio oriente, con line up super ogni weekend. La musica elettronica riveste un ruolo importante a Tel Aviv.
NT89: in Iran il mio lavoro è totalmente illegale e oppresso, quindi no. La nuova generazione di giovani però vuole cambiare le cose e aprirsi al mondo, è questa la sfida dell’Iran dei prossimi anni. Il mio sogno è fare un b2b con Whitesquare a Teheran, sarebbe un messaggio fortissimo ed implicherebbe un notevole cambiamento del corso degli eventi.
08.05.2015