L’Under Music Club, a Seriate in provincia di Bergamo, consegna al suo pubblico Tom Clark, label owner di “Highgrade Records” e volto di spicco della Berlino tech-house. Arte e musica, è questo il connubio delle serate Bauhaus, gruppo che sta lasciando la sua impronta nell’ambiente underground lombardo. Le parole dell’artista tedesco per DjMag Italia:
Cosa si prova ad essere un ambasciatore della tech-house a Berlino? Cosa c’è dietro la scelta di non oltrepassare mai il confine ed amalgamarti all’universo techno da cui sei circondato?
Dieci anni fa la tech-house non era popolare così come sarebbe poi diventata, come è adesso insomma. Oggi si fa comprensibilmente un abuso del termine tech-house, ma a Berlino è sempre stato il classico tipo di musica da club. Il mio sound è sempre stato qualcosa a metà, mai troppo spinto, mai appieno identificabile con l’house music. Ho sempre rifiutato qualsiasi tipo di etichetta. Anche all’inizio della mia carriera, ho sempre suonato un po’ dappertutto, siano stati essi piccoli bar o grandi locali, ed era sempre necessario presentare un’ ampia angolazione del mio modo di intendere la musica. Questo è uno degli aspetti che contraddistingue i miei dj set ancora oggi.
Detroit ha sempre un grosso ascendente su quasi tutte le forme di musica elettronica e sembra aver fatto un ottimo lavoro plasmando la tua personalità musicale. Aggiungendo a questo le tue influenze Chicago, in che misura Berlino è presente nel tuo sound? Non hai come l’impressione di essere un “tedesco americano”?
Credo che musicalmente non sia azzardato affermare che io sia influenzato dall’America, e il collegamento tra Berlino e Detroit era davvero forte negli anni ’90. Molti dei grandi artisti di Detroit hanno suonato per la prima volta fuori i confini americani a Berlino, al Tresor. Io ho suonato al Tresor per anni e, naturalmente, la musica lì ha avuto un forte ascendente su di me. Quel tipo di contaminazione vive ancora nel mio sound, nello specifico in un progetto, “False Image”, che porto avanti da un po’ con l’artista canadese Noah Pred. Il nostro amore condiviso per il sound di Detroit fuoriesce in maniera lampante nelle tracce che componiamo. Archi, corde, melodie ed effetti.
Amo il modo in cui lasci trasparire la tua vena hip-hop nei dj set. Cosa significa per te questo genere musicale?
L’hip-hop ha avuto una forte influenza su di me negli anni ’80. Fondamentalmente è stato il tipo di musica che mi ha spinto verso il djing. Film come “Wild Style” e “Beat Street” sono in gran parte responsabili del mio voler suonare tracce e della mia susseguente decisione di comprare dei giradischi. Artisti come Kurtis Blow, Grandmaster Flash, i Jungle Brothers, De la Soul, Run DMC e Public Enemy erano l’emblema dei miei gusti musicali negli anni ’80. I miei dj set non sono comunque influenzati in maniera determinante ed esclusiva dall’hip-hop. Sono aperto a diversi stili e, se coerenti con l’insieme, sono pronto a suonare un intero repertorio di generi in un set techno.

Esiste un artista che ha ispirato la tua carriera più di altri? Non necessariamente techno o concernente la musica elettronica…
Se volessi nominarne uno non saprei davvero da dove cominciare. Suono e ascolto di tutto, tutto ciò che è artisticamente valido mi ispira.
Panorama Bar e Tresor non hanno davvero segreti per te. Sono questi i luoghi dove preferisci maggiormente esprimere te stesso ? Ci sono altri posti in cui ami esibirti ?
In questi anni ho suonato in molti Paesi, in ogni parte del mondo e, naturalmente, ci sono posti eccezionali, club e party di rilievo ovunque. Spero che ciò non risulti arrogante, ma per me i club e i party migliori sono attualmente e sono sempre stati a Berlino. Mi sento al massimo a Berlino. Musicalmente, la platea è molto preparata, e c’è una libertà nei club di Berlino che permette alla gente di vivere davvero appieno la propria individualità.
Da “Gold Plate Music” a “Highgrade records”: come è cambiato Tom Clark dal lontano 1997, come è cambiata l’intera industria musicale a tuo modo di vedere? C’è un Ep sul trampolino di lancio per la tua etichetta ?
Credo di aver collezionato un grande bagaglio d’esperienza prendendomi cura di due label in 15 anni. Questo ha comportato una lunga lista di releases e alcuni degli artisti che hanno lavorato con me sono diventati celebrità nel campo della musica elettronica. Naturalmente l’industria è cambiata molto. Al giorno d’oggi non basta essere un buon dj. Devi anche saper produrre e avere la tua label. Tutto gira a ritmi frenetici, la musica stessa è vissuta in maniera meno intensa, prodotta su vasta scala e su un mercato sempre in crescita. Un’ottima release può perdersi in maniera molto semplice
tra le centinaia di altre releases. La situazione può essere frustrante. Sei mesi fa ho dovuto fare un passo indietro con Highgrade, che adesso è guidata dal mio collega Todd Bodine. Io mi occupo di bar e club e sono concentrato musicalmente sul mio progetto “False Image” per Get Physical Music.
Colpisce l’intesa e il numero di collaborazioni con Dierk Draeger, alias Todd Bodine. Todd è il più prolifico produttore della vostra etichetta. Cosa c’è dietro questo duo e cosa vi tiene ancora legati durante tutti questi anni ?
Io e Todd siamo amici da molti anni. All’inizio lui era un semplice artista di “Highgrade”, poi è diventato il mio partner nella gestione della label. Naturalmente ci sono stati diversi progetti co-prodotti come l’ “Highgrade Disharmonic Orchestra”, con 5 Ep e uno studio album. Al momento produco regolarmente con Noah Pred.

Swing, con DK Berlin, è la mia traccia preferita tra le tue produzioni. A quale composizione ti senti emotivamente più legato? C’è una traccia, anche non tua, che non può mancare nei dj set di Tom Clark?
Ho da poco riscoperto un paio di vecchie tracce che ho composto su Morris/Audio. Un paio di anni fa ho rilasciato molte release per questa label. Ci sono sempre un paio delle mie tracce che adoro suonare ancora, ma di solito non passo molta della mia musica nei dj set.
Che tipo di sensazioni provi quando suoni in Italia ? Escludendo le vibrazioni positive, ritieni quello italiano un pubblico preparato per te? O sei solito cambiare qualcosa nei tuoi dj set quando sei fuori dalla Germania?
Generalmente tendo a suonare un po’ più duro quando sono in Italia. L’atmosfera è sempre ottima, ma a volte la gente sembra impaziente e vuole subito che le cose vadano in un certo modo! Durante gli anni comunque ho capito il modo che hanno gli italiani di intendere il party e sono pronto!
Tom Clark sarà ospite di Bauhaus @ Under Music Club, Bergamo. Tutte le info sulla pagina Facebook della serata https://www.facebook.com/bauhaus.party.
21.11.2014