Se dovessimo fare una top 3 dei clichè più banali dell’italiano medio appassionato di musica elettronica, dopo “il vinile è meglio del digitale” e “in Italia suona solo chi porta gente” c’è “che schifo il reggaeton“. È un assunto inviolabile: se ti piace il reggaeton non ci capisci un cazzo. Idem se lo suoni, se lo supporti, se ne parli, se lo metti nelle tue storie di Instagram e così via. Eppure, Bad Bunny è l’artista più ascoltato al mondo su Spotify. Di riflesso, Ozuna e J Balvin sono i due artisti internazionali più ascoltati in Italia. Ce lo dice Spotify 2020 Wrapped, il consueto report di fine anno della piattaforma che meglio dei Grammy Awards (soprattutto quest’anno) annuncia i reali vincitori dell’anno che si avvia a conclusione. “Reali” perchè il giudice assoluto non è l’Academy né una giuria di critici ma semplicemente il pubblico. E quello che ascolta quando nessuno guarda. Più imparziale di così…
Il mondo fa, compra e mastica rap. È il genere numero uno del Pianeta Terra nel 2020 d.C – Italia compresa – anche se l’onda della latino gang colombiana, portoricana e brasiliana ha ormai travolto tutti. Con 8.3 miliardi di plays, Bad Bunny è il campione del mondo davanti a Drake e J Balvin. Il portoricano nel 2020 ha fatto uscire ben tre album – l’ultimo pochi giorni fa – e ha dato prova di saper spaziale tra più sfumature musicali senza diluire la sua firma e la sua attitudine e non a caso ‘Yo Hago Lo Que Me Da La Gana‘ (YHLQMDLG), uscito a febbraio 2020, è l’album più ascoltato. Una conferma del dominio di Bad Bunny sul pubblico globale prima ancora di grandi successi pop come ‘After Hours’ di The Weeknd e ‘Hollywood’s Bleeding’ di Post Malone. A proposito di The Weeknd, la sua ‘Blinding Lights’ è la hit dell’anno: una bella rivincita dopo lo scandalo delle zero nomination ai Grammy Awards, che si macchiano della sua assenza in un anno in cui non ci sono dubbi che il canadese sia stato protagonista assoluto.
Torniamo in Italia. Se Ozuna, J Balvin e Travis Scott sono i tre leader internazionali degli ascolti, Tha Supreme si conferma come la consacrazione più importante dell’anno, davanti alle certezze di Sfera Ebbasta e Marracash. Il suo debut album ’73 8451′ – che ha fatto il record di ascolti per un debutto in Italia – è in prima posizione davanti a ‘Persona’ di Marracash, ‘DNA’ di Ghali, ‘Mr. Fini’ di Guè Pequeno e ‘Emanuele (marchio registrato)’ di Geolier. Quest’ultimo, tra i pesi massimi delle new entry italiane degli ultimi anni, conferma la potenza dell’onda d’urto della scena napoletana di cui abbiamo discusso recentemente con Nicola Siciliano, un altro dei suoi maggiori esponenti. Geolier è infatti in testa agli ascolti in territorio campano. All’estero il tricolore è sventolato dai Meduza, con l’ultimo singolo ‘Paradise’ che è un colpo ben piazzato che si somma agli impressionanti 20 milioni di ascoltatori mensili. Vedere l’Italia rappresentata all’estero da un trio di dj produttori ci rende sicuramente molto orgogliosi.

L’Italia ha tante facce, anzi tante orecchie. Mentre la mappa degli ascolti mondiali è sempre più uniforme Paese per Paese – ti basti sbirciare le Top 50 nazionali di Spotify – la nuova scena rap italiana tiene duro anche quando si approccia all’estero: ‘Se Illuminaba’, hit reggaeton di Fred De Palma, è la seconda canzone più ascoltata in Spagna nel 2020, i numeri del nuovo album di Sfera Ebbasta (attualmente il quarto più ascoltato al mondo dopo BTS, Ariana Grande e Pop Smoke) lo confermano stella emergente della scena latina e il trapper Capo Plaza ha annunciato un nuovo album in arrivo a gennaio con quattro feat internazionali. La probabilità di vedere il nostro Paese sempre più protagonista nel 2021 è molto più che concreta. Non servirà neanche cantare in inglese.
03.12.2020