Il 21 ottobre Jean-Michel Jarre è uscito con ‘Oxymore’, ventiduesimo album da studio per uno dei suoi progetti più ambiziosi. L’album del musicista francese è stato concepito come un’opera immersiva multicanale e binaurale 3D, tecnica che rivoluziona anche il modo in cui la musica viene composta, mixata e prodotta. Come? Posizionando le tracce in uno spazio di 360 gradi che potrà facilmente essere sperimentato da qualsiasi ascoltatore attraverso l’uso delle cuffie.
‘Oxymore’, che è uscito su Sony Music, è il primo album pensato per un pubblico ampio che abbraccia questa tecnologia, spingendo il futuro dell’audio e del suono verso un nuovo livello. Parte centrale del progetto sarà ‘Oxyville’, un mondo in realtà virtuale che accompagnerà l’uscita dell’album e renderà l’esperienza totalmente tridimensionale ed immersiva.

“Oxyville sarà una città virtuale della musica e in futuro inviterò altri artisti a farne parte, oltre a tenere masterclass e altri eventi. Voglio che diventi una sorta di sandbox per vivere nuove esperienze musicali”, ha anticipato Jean-Michel Jarre attraverso una nota stampa. L’artista tra l’altro non è estraneo all’innovazione quando si tratta di VR e metaverso: durante la vigilia di Capodanno del 2021 ha tenuto un concerto unico in live streaming ambientato in una Notre-Dame de Paris virtuale.
Durante il processo creativo del nuovo album, Jarre ha eseguito una prima versione dal vivo della composizione in audio spaziale fisico a 360° come anteprima mondiale esclusiva, all’interno delle mura della Maison de la Radio a Parigi, sede del Groupe de Recherche Musicale. Ai pochi fortunati e puristi della “musique concrete” che hanno potuto partecipare è stato chiesto di chiudere gli occhi e di immergersi completamente nella musica. Così, ‘Oxymore’ è stato accolto come una “oeuvre majeure” ossia un’opera fondamentale del repertorio del genio transalpino.

“Questo è il vero momento di rottura per l’audio e la registrazione del suono e ‘Oxymore’ è un tentativo di illustrare ed esplorare questi nuovi modi di collegare tecnologia e musica”, ha detto Jarre durante la conferenza stampa. “Oggi disponiamo di tecnologie che ci permettono di esplorare la composizione in audio spaziale e ciò rappresenta un’esperienza completamente nuova per noi musicisti durante il processo creativo. All’ascoltatore offre l’esperienza di una modalità più fisica e naturale di sentire il suono e la musica”.
Nella vita reale la nostra percezione sonora è a 360 gradi con questo lavoro Jarre ha volito pensarlo specificamente all’esperienza con l’audio spaziale. “Sì, è stato composto appositamente. Anche il mix stereo è più ampio e ha guadagnato ancora più spazio nel processo. Sono convinto che questo sia il modo in cui la musica sarà composta e prodotta in futuro. L’emozione per chi ascolta è un enorme salto di livello, come quando siamo passati dal mono allo stereo”.
02.10.2022