E’ ancora tempo di techno per Cocoon Recordings. Sven Vath e i suoi collaboratori confezionano con cura maniacale un ventaglio di sonorità che accontenta le più spaiate tendenze musicali, Cocoon non ha paletti o restrizioni di sorta, predilige l’arte nella sua accezione elettronica. Solo nel giugno scorso veniva pubblicata, su quest’etichetta, una delle perle di questo 2014, “Truant” di Alan Fitzpatrick e, per limitarci all’anno appena trascorso e giunto quasi al termine, l’etichetta tedesca ha prodotto Minilogue, Rodhad e Ilario Alicante, scelte sintomatiche di una volontà decisa di proporre, tra un’uscita tech-house e l’altra, nuove e vecchie leve del panorama techno internazionale.
A fare notizia è stavolta un ritorno, a ben quattro anni di distanza dalla sua ultima comparsa sulla label. Johannes Heil riallaccia le fila col passato e presenta un Ep, intitolato “Souls”, insieme ad un artista con il quale ha già scritto la storia della Figure di Len Faki, Markus Suckut, al suo primo lavoro di firma Cocoon. Entrambi tedeschi, entrambi fedeli ad un’idea di techno armonica, i due raccontano un passato infarcito di compartecipazioni a grandi eventi e grandi successi da producer solisti. “Souls” è la prima vera e propria collaborazione tra due artisti che, nell’immaginario collettivo, sono sempre associati e additati come inscindibile duo nelle notti Figure in giro per il mondo. L’Ep si compone di tre tracce. “Intention” è già un tormentone: si presenta come pezzo molto Detroit e ha già attirato l’attenzione e riscosso entusiasti feedback da Robert Hood. Immancabile nei set della stragrande maggioranza di artisti mitteleuropei, “Intention” ha già condotto on fire le più prestigiose dancefloor, passata da Ben Klock, Marcel Dettmann e Len Faki stesso. “Souls”, seconda traccia che dà titolo al lavoro, è frutto di una minuziosa ricerca melodica, lascia trasparire con più decisione la vena di Johannes Heil rispetto a quella di Suckut, ha uno stampo che ricorda le tracce di “Transition”, l’Ep che ha consacrato il producer di Francoforte al ruolo di referente principe dell’elite musicale tedesca. “Hectic” è un brano sorprendentemente neoclassico: non è un azzardo definirlo una rivisitazione in chiave techno de “Il volo del calabrone” di Nikolaj Rimskij-Korsakov, così invadente, così fastidioso, così illuminante. C’è del sublime in questo lavoro: Cocoon lo ha compreso in anticipo e si fregia di una produzione davvero maestosa.
https://www.youtube.com/watch?v=cTs9ytI8k74
18.12.2014