Fotocollage: Jimma G. Randazzo
Jovanotti ha presentato ieri alla stampa e ai media la sua serie ‘Non Voglio Cambiare Pianeta’, un ibrido tra un documentario, un diario di viaggio, un racconto del suo recente viaggio in bici, in solitaria, tra Cile e Argentina. Una serie di video ordinati in sedici puntate disponibili dal 24 aprile sulla piattaforma RaiPlay. Abbiamo sbirciato un po’ di materiale in anteprima, si tratta di episodi di un quarto d’ora circa, divertenti e curiosi, montati da Michele Maikid Lugaresi, che ha messo ordine in tutto il girato, e con le musiche curate dallo stesso Jova insieme a Leo Fresco. La produzione è curata da Federico Taddia e coordinata da Dalia Gaberscik. Se vi piace Jovanotti e vi piacciono i viaggi, vi divertirete.
A presentare la serie, tutti collegati da casa propria, con Lorenzo c’erano Fabrizio Salini (Amministratore Delegato RAI) ed Elena Capparelli, direttrice di RaiPlay. E il discorso è virato inevitabilmente sul futuro della musica dal vivo, dei concerti, dei festival e dei club, argomento al centro del nostro mondo (professionale e di passione) e di un gigantesco punto interrogativo da mesi. In attesa di conoscere eventuali misure per le riaperture, e dettagli su come sarà possibile vivere la musica, abbiamo chiesto proprio a Jovanotti e Elena Capparelli di RayPlay il loro parere, considerando che la tecnologia e le piattaforme digitali stanno giocando un ruolo molto importante nell’intrattenimento di questi ultimi mesi.
“Io non credo che la musica possa essere vissuta da uno schermo” parte Jova. “Un conto è un periodo anomalo come questo, in cui si mette la voglia di stare insieme e di intrattenere prima di tutto, e allora vanno bene le dirette che si sentono male con la chitarra acustica, le canzoni e le chiacchiere. Ma poi non possiamo pensare alla musica dal vivo senza un palco, senza il contatto con le persone, senza tutto quello che è immaginario collettivo e anche lavoro, perché i concerti danno lavoro a molte persone. E non dimentichiamo l’elemento magico dei concerti, che attraverso uno schermo, o seduti in una macchina, non potrà mai essere la stessa cosa. Non scherziamo. Chiaramente il mondo va ripensato e anche i concerti e i festival rientrano in questa nuova prospettiva, ma l’idea che li fruiremo “a distanza” è semplicemente una contraddizione rispetto allo spirito stesso di un concerto o di un festival”.
Per quanto riguarda possibili scenari futuri, Elena Capparelli di RaiPlay aggiunge che “sulla nostra piattaforma abbiamo già ospitato eventi in cui la musica ha un ruolo importante, e oggi siamo in fase di progettazione e di studio verso nuovi format che possano guardare anche al futuro della musica e dell’intrattenimemto. Tra qualche settimana potremo – con ragionevole certezza – riaprire gli studi, almeno per chi ci lavora, e questo sarà un ulteriore passo verso le condizioni che ci potranno permettere di sviluppare un nuovo modo di configurare lo spettacolo e, perché no, anche la musica”.
Opinioni da prendere in seria considerazione, vista l’esperienza e l’autorevolezza di persone che da anni lavorano nel campo dell’intrattenimento. Ad oggi, mezza Europa ha già delle date annunciate per le riaperture (ammesso che la situazione continui a migliorare). In Italia, non sappiamo ancora nulla. Non è una buona cosa. Stiamo a vedere, e nel frattempo possiamo scegliere di non cambiare pianeta, abbiamo musica, film, tantissime dirette social (comprese le nostre su Instagram @djmagitalia) e perché no, un bel viaggio in bici con Jovanotti.
23.04.2020