Voglio fare una scommessa: da qui a cinque anni (ma anche meno), nessuno avrà più il coraggio di parlare male (in termini artistici) di Justin Bieber. So che sembra una provocazione e che anche il titolo di questo post possa andare in quella direzione. Ma non è così. Il ragazzino di “Baby” è improvvisamente cresciuto, e al di là delle sue peripezie con la legge e degli atteggiamenti da bullo viziato (che poi sono parte fondante dell’immaginario delle superstar: dai Rolling Stones a Kanye West fino alle prodezze de Il Volo sui muri degli hotel, io sto con i ragazzacci, sempre), ha tirato fuori collaborazioni che gli stanno svoltando la reputazione: “Where are Ü now” con Jack Ü, su tutte, ma anche la nuova “Sorry” prodotta sempre da Skrillex.
Domani esce “Purpose”, il nuovo album di Justin, con partecipazioni prestigiose, come quella di Ed Sheeran, e una manciata di tracce che segnano il passo del pop. Skrillex, ormai partner in crime di Bibo, ha messo le mani anche su “I’ll show you”, e non è affatto male. I numeri sono dalla sua. I numeri non sono tutto, è vero. Ma Bieber sta iniziando una metamorfosi che potrebbe rivelarsi molto interessante. Da non sottovalutare.
12.11.2015