• GIOVEDì 30 MARZO 2023
Interviste

Kerri Chandler: il re della house non si accontenta mai

In occasione della data ai Magazzini Generali di Milano, abbiamo avuto il piacere di rivolgere qualche domanda a Kerri Chandler

Foto: Gaëtan Tracqui

Basta assistere ai primi minuti dell’esibizione di Kerri Chandler ai Magazzini Generali per capire che ci si trova davanti a qualcuno che è nato per fare l’artista. Il club pieno e il pubblico composto da almeno due generazioni fanno capire subito la levatura di un dj che da più di trent’anni riesce a consolidare il suo status leggendario nella scena internazionale. Per tutta la durata dello show Kerri è riuscito a divertire e, cosa non affatto banale, a divertirsi. È sempre emozionante vedere la passione che qualcuno riesce a trasmettere per il proprio lavoro.

Kerri Chandler: dischi giusti al momento giusto, conditi da elementi live nati sia dalla sua immancabile tastiera, sia dal sassofono di Mauro Capitale, amico e musicista con cui ha collaborato per la traccia ‘Milan [Magazzini Generali]’ presente nell’ultimo album. Per l’occasione, e proprio partendo da questo disco registrato in giro per i club del pianeta, abbiamo voluto scambiare qualche chiacchiera con lui.

 

Kerri, così a bruciapelo: qual è il segreto di una carriera che dura da più di trent’anni?
Onestamente credo sia rimanere fedele a chi sono, e poi la fortuna di avere un’incredibile fanbase, che considero come una famiglia. Voglio che tutti si divertano e mi assicuro sempre che tutti sappiano quanto li apprezzo quando vengono alle mie serate. Mi piace proporre cose divertenti e inaspettate. Ologrammi, elementi live, voglio che tutti si sentano inclusi.

Come ci si sente ad essere considerati da tutti una leggenda della musica?
Non penso mai a me stesso in quel modo, guardo sempre al futuro e mi spingo per impegnarmi di più con tutto. Voglio essere sempre più creativo di quanto non fossi in passato, ed esplorare ciò che potrebbe essere possibile.

Quali sono state le tue ispirazioni all’inizio e chi consideri un’ispirazione oggi tra i nuovi artisti?
Mio padre è stata la mia più grande ispirazione, è morto qualche anno fa. In questo momento ho moltissimi amici che mi ispirano: musicisti, cantanti, artisti, ho così tante persone creative intorno a me. La vita mi ispira. Con la mia musica esprimo sempre quello che ho vissuto. Ogni canzone che ho fatto racconta di qualcosa che ho realmente vissuto. Non posso creare musica se non ho avuto esperienze, buone o cattive che siano. Sono storie tratte dalla mia vita. Spero solo che con chiunque ascolti le mie canzoni possa relazionarcisi. Spero solo che chiunque ascolti le canzoni riesca ad trovare una connessione.

Da quando hai iniziato la tua carriera ci sono state diverse evoluzioni. Come è cambiato il mondo del clubbing negli ultimi anni?
Credo che quelli che noi consideriamo classici dell’house non siano considerati tali dalle nuove generazioni. Tuttavia penso che le grandi canzoni siano senza tempo. La migliore ricetta per la continuità della musica dance è che non venga a mancare un qualsiasi posto per ballare, la musica bella e quel sentimento di unione che lega tutti.

Foto: Facebook @MagazziniGenerali

Negli ultimi anni la techno è entrata nel mainstream, ma la house sta vivendo una felice stagione di rinascita. Come vedi il futuro della musica elettronica?
Come dicevo prima, penso che finché la gente vorrà ballare, ci sarà sempre un qualche tipo di musica dance. Credo che la prossima generazione esplori e sperimenti altri tipi di musica house: proprio come abbiamo fatto noi e creerà le proprie versioni.

Suoni spesso in Italia. Qual è il tuo rapporto con il pubblico italiano?
Mi sono innamorato dell’Italia il giorno in cui sono atterrato più di trent’ anni fa, onestamente sarei voluto rimanere e non andarmene subito all’inizio della mia carriera. Ho tanti legami stretti qui. Maurizio, che è la persona che mi ha portato la prima volta nei primi anni Novanta, è ancora uno dei miei migliori amici e abbiamo ancora lo stesso entusiasmo che avevamo quando ci siamo incontrati da ragazzi. 

L’anno scorso sei tornato con un album dopo diversi anni di assenza. Puoi dirci il motivo per cui hai deciso di produrre ‘Space And Places’?
Questo album è il mio tributo a tutti i club che frequento nel mondo e volevo che tutti sperimentassero i questi locali anche se non potevano essere fisicamente presenti. Ho realizzato una versione molto speciale dell’album in Dolby Atmos in modo si possa avere la stessa esperienza, ma virtuale, che ho avuto in questi locali. È completamente disponibile online tramite i servizi di streaming che supportano il Dolby Atmos. Sono molto orgoglioso di aver lavorato all’album con tutti questi club e con i miei amici più cari.

La particolarità di questo album è in effetti l’aver usato i club in cui hai suonato come studi di registrazione. Raccontaci come è nata l’idea e come si è svolto il processo produttivo.
Ho sempre amato i vari impianti audio. Ogni locale ha il proprio che è diverso e personale. Mi sono assicurato che ogni canzone fosse progettata per suonare al meglio in ciascuno dei luoghi in cui l’ho realizzata. Originariamente l’ho fatto per uno dei miei brani preferiti che ho prodotto per il club Shelter intitolato ‘Shelter’ a New York nel 1990. Ho creato su misura ogni suono solo per quel locale. Mi piace sempre come qualcosa risulti diverso in un impianto più potente e più grande, e adoro capire come ottimizzare quel suono.

 

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