È un periodo intenso per Kryder, dj e produttore inglese che si è fatto conoscere in tutto il mondo per la sua musica e per la sua volontà di far conoscere i talenti più promettenti alle masse, aiutandoli a compiere gli essenziali passi in avanti necessari per arrivare al grande pubblico. In realtà il suo “periodo intenso” dura da tantissimo tempo, almeno dal 2014, quando ha fondato la sua prima etichetta Sosumi Records, per poi passare alla Cartel Recordings e infine ora alla Kryteria Records, sotto Spinnin’, mentre, oltre alla musica degli altri, pensa anche alla propria. Da poco è infatti uscita la sua collaborazione con Steve Angello, ‘Romani‘, e abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda.
Prima di tutto, com’è nata ‘Romani’?
Tutto è partito da Steve, in realtà. È stato lui parecchio tempo fa, prima del suo album, a contattarmi con questa bozza. La ascoltai ed era molto diversa da ciò che si sente di solito, fuori dagli schemi, molto gipsy e così abbiamo cominciato a lavorarci. Ci siamo scambiati molte idee, io le mie, lui le sue, e alla fine tutto si è unito alla perfezione in maniera naturale.
Come descriveresti il passaggio da Sosumi a Kryteria passando per Cartel Recordings? Lavori sempre allo stesso modo per tutte le tue label?
Assolutamente no, dietro a ciascuna ci sono concept molto diversi tra loro. In Kryteria, per esempio, non si tratta solo di me e dei miei viaggi per il mondo alla ricerca di nuovi talenti da promuovere, ma anche di collaborare in prima persona con quelle figure che io stesso ritengo leggende. Quello che non è mai cambiato è che mi attivo subito in prima persona quando incontro qualche nuovo produttore che merita di ricevere la giusta visibilità.
Trovi ancora tanti emergenti che corrispondono ai tuoi criteri musicali?
Tantissimi! Per esempio ora, oltre ad una prossima uscita dei Basement Jaxx, abbiamo una compilation di ben quaranta canzoni pronta per l’ADE. Per lanciarla organizzeremo un boat party. Sarà un mix album, ma si potranno anche scaricare le singole tracce.
Quindi pubblicherete un mixtape nell’era di Spotify e dei singoli. È una cosa che non si vede più da un po’.
Sì, assolutamente! È una cosa assolutamente non comune oggi. Oltre al mixtape stamperemo anche copie fisiche in vinile in edizione limitata e in CD. Vi chiederete, chi è che usa più i CD oggi? Spesso però i nostri fan vogliono qualcosa di fisico da tenere tra le mani, non solo una traccia scaricata. Il merchandising in questo senso per me è molto importante.
Hai dato tantissimo a questo movimento, basterebbe nominare le tue tre etichette. Senti di aver ricevuto indietro tanto quanto hai dato? Non solo a livello finanziario ma anche e soprattutto emotivo.
Sì, di sicuro. A parte il fatto che ho imparato tantissime cose io in prima persona, è stupendo viaggiare in tantissimi Paesi che non sono il tuo e sentirti sempre a casa, benvenuto. Quando incontro un produttore, per esempio, mi sento come se fossi un loro amico e per me questo è impagabile. Sono felicissimo di avere queste possibilità e di poter dare agli altri queste possibilità.
Tomorrowland 2014, primo weekend, primo giorno. Tu e Tom Staar faceste un b2b di tre ore che fu semplicemente indimenticabile. Com’è cambiato Kryder da allora ad oggi? E cosa gli è cambiato intorno?
Personalmente sono sempre fedele agli stessi principi che avevo ai tempi. Per me sono più importanti gli altri di me stesso. La mia missione è sempre e solo quella di aiutare gli altri dalla mia posizione, diffondere la loro musica nei miei radioshow, invitarli a suonare ai miei eventi e tutte queste cose. È l’amore per la musica che mi spinge, sempre. Non è un dare per avere qualcosa indietro, non ho necessariamente bisogno di ricevere.
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28.08.2018
28.08.2018