A seguito dello speciale sulla promozione musicale pubblicato sul numero di luglio di DJ Mag, diamo spazio anche a ciò che succede in Italia in fatto di comunicazione vicina al mondo dei dj e della musica dance. Jacopo Bertolini aka Mc Fago e Michele Vercesi di KuMusic spiegano come promuovere un singolo brano.
Quale sistema suggerireste?
Questa è la classica domanda che ci rivolgono quasi tutti i dj che ci contattano. Con l’esperienza accumulata possiamo dire che non esiste una formula scientifica che renda in termini di risultati certi, è fondamentale secondo noi, analizzare il prodotto discografico al meglio, così da targhettizzare i destinatari di tale contenuto, in modo da rendere la comunicazioni più efficace possibile. Il metodo adottato da Kumusic è basato su un’attenta pianificazione nei modi e nei tempi giusti che permettono di raggiungere interesse verso i destinatari del messaggio. Crediamo anche che il mercato e quindi il pubblico decida poi la validità del prodotto discografico o artistico. Sicuramente la cosa fondamentale e non lasciare nulla al caso.
Nell’era della dance usa-e-getta, e del consumismo, pensi che i sistemi automatici di mailing list e invio di materiale promozionale come Fatdrop, Label-worx, etc, possano bastare?
Diciamo che sono tools in più da utilizzare per dare maggiore visibilità alla release, ma noi crediamo fortemente anche nel meccanismo public relation che completa il piano di promozione, dando feedback piuttosto certi, immediati ed espliciti.
È giusto che una società di promozione possa rifiutarsi di lavorare con un cliente e pertanto non promuovere un determinato brano?
Noi crediamo che l’onestà sia la politica migliore e che la buona musica sia determinata dalle idee e dalla qualità, pertanto se il brano non soddisfa tali requisiti pensiamo sia giusto rifiutarci di promuoverlo.
Un artista, per essere ben promosso, di cosa necessita?
Dall’esperienza che ci siamo fatti nel mercato attuale contano le idee e il gusto musicale, la pazienza e l’umiltà di capire che una carriera va costruita passo dopo passo. Avere le idee chiare sul tuo prodotto musicale ma soprattutto rimboccarsi le maniche perché la strada è lunga. Tutto il resto, se hai dei professionisti che ti aiutano, si può sempre costruire.
Servono biografia, servizio fotografico, informazioni varie e social network aggiornati?
Dai feedback che analizziamo quotidianamente notiamo che i social network sono la prima vetrina che serve a far capire di ‘cosa stiamo parlando’ e anche la più veloce. Pertanto avere i social aggiornati, con una bio scritta bene e un servizio fotografico che rappresenta un’idea siano elementi fondamentali per far capire al destinatario il livello di professionalità che esprime il tuo prodotto, così da convincere poi l’utente ad approfondire la ricerca sull’artista stesso. Pensiamo non sia da sottovalutare anche la gestione quotidiana di tali strumenti: non basta postare foto comiche o di altri top dj per attirare l’attenzione, servono contenuti perché qualcuno torni a visitare la tua pagina o leggere il tuo tweet.

Comunicare attraverso i social network probabilmente oggi non basta, quali mezzi possono fare davvero la differenza?
I piani di comunicazione devono presentare aspetti media differenti come giornali, newsletter, blog, radio, tv, siti internet, pubbliche relazioni, in quanto la differenza non è creata dal singolo strumento ma dal sommarsi di vari tools uniti in una strategia vincente. Concordiamo che i social network non bastino e riteniamo sia fondamentale non illudersi che aggiungano valore a ciò che siamo, facciamo, diciamo. Pensare di poter ottenere successo tramite di essi equivale ad illudersi. I social sono parte integrante delle pubbliche relazioni in quanto gli utenti su questi non cercano prodotti ma spesso ne parlano. È questo l’elemento su cui deve focalizzarsi il marketing; capito ciò, è inevitabile che per attuare una buona comunicazione, si necessiti di contenuti interessanti che coinvolgano gli utenti.
In cosa si differenzia la tua società rispetto alle altre?
KuMusic oggi crede fortemente nella costanza della comunicazione e, nel rispetto delle regole dettate dal mercato che sempre di più esigono contenuti ‘rivendibili’, cerchiamo di fornire sempre il giusto contenuto alla giusta persona. L’obiettivo è quello di fornire una gamma di servizi che coprano l’artista negli aspetti fondamentali della sua crescita o per l’amplificazione dei suoi contenuti. Puntiamo a costruire relazioni personalizzando i nostri servizi sulle esigenze del cliente, con lo scopo di ottenere i migliori risultati possibili. Lavoriamo passo dopo passo con il cliente, raggiungendo risultati mirati. KuMusic era poco più che un’azienda di mailing out, ma con l’esplosione della scena musicale dance si è evoluta acquisendo specialisti in ogni settore (grafica, video, discografico, web, ufficio stampa) al fine di fornire sempre più servizi ad hoc.

Un singolo straordinario potrebbe con la sua prorompenza bypassare tutte le leggi della promozione?
Riteniamo sia impossibile. Anche i più grossi successi discografici da sempre prevedono strategie di marketing e promozione abbinati al duro lavoro. Oggi con l’era digitale tutto si è amplificato all’ennesima potenza: chiunque può fare un disco e metterlo in vendita, pertanto la comunicazione e la promozione diventano parte fondamentale di un eventuale successo. Ci sono dei casi in cui dal web (sopratutto YouTube) sono emersi dei talenti, ma si sono poi rivelati mancanti in qualcosa e i progetti nella maggior parte dei casi sono finiti in una bolla di sapone.
Come monitorate i feedback?
La maggior parte dei feedback deriva dal web, inutile negarlo. Un lavoro di ricerca costante e quotidiano. Noi riceviamo feedback anche diretti in risposta alle comunicazioni che inviamo. E’ buona regola informarsi sempre anche della mancata ricezione di un feedback, perché, in tal caso, probabilmente il ‘progetto’ porta dei difetti da noi non visibili, questo aiuta a orientarsi sempre su ciò che si sta comunicando.
Come organizzate, valutate, e con che criterio, i responsabili dei vari media (giornalisti, direttori di emittenti radiofoniche, etc.)?
I criteri di valutazione sono gli stessi che vengono adottati per ‘giudicare’ una persona qualsiasi, se c’è o meno disponibilità nell’ascoltare la traccia, se ti forniscono feedback sul motivo per cui quel prodotto non è stato suonato e redatto, la celerità con cui ti rispondono, se vengono mantenute o meno le parole date e dal tipo di rapporto che viene a instaurarsi. Diciamo che valorizziamo quei professionisti che svolgono correttamente il loro mestiere, con cui è automatico stabilire un metodo di lavoro.
11.07.2014