Foto: On Stage
Mettiamola così, “il primo album non si scorda mai”. Specialmente se la memoria è quella del pubblico. Perché le tue hit, i tuoi precedenti tour e l’exploit mondiale si trovano alla prova del nove quando si tratta del debut album. Per questo il Cloud Nine Tour di Kygo è così importante: ogni palazzetto in giro per l’Europa ha modo di ascoltare il nuovo album per intero (o quasi) sapendo che per tre quarti dello show la tracklist sarà composta da una serie di “ID” – tracce sconosciute – come si usa chiamarle. Dentro o fuori, insomma. Si è cominciato dall’Olanda subito dopo il suo set all’Ultra di Miami, per poi proseguire in giro per il vecchio continente, in attesa della release ufficiale della raccolta fissata per il 13 maggio 2016.
Ieri 5 aprile 2016 il norvegese prodigio è approdato a Milano, al Mediolanum Forum, lì dove solo ventiquattro ore prima si sono esibiti due giganti come Macklemore & Ryan Lewis. Il pubblico c’è e si fa sentire, fin dalle prime note di Anna Of The North, l’opening act che con la sua voce ha scaldato una folla di qualche migliaio di persone. L’ultimo anello è stato chiuso ma per il resto non c’è da lamentarsi, l’affluenza è buona sia sugli spalti che nel parterre: non è pieno, il che si nota particolarmente nel parterre, ma alla fine quel che conta davvero è l’atmosfera.

Intorno alle nove e mezza è il momento di Kygo, cala il telo bianco ed un fascio di luce illumina una figura bionda al pianoforte. La postazione musicale è allestita tra quattro led wall rombici, con due tastiere, un monitor e qualche percussione. L’essenziale per creare un bel po’ di magia. Comincia ‘Younger’, il suo remix per Seinabo Sey, seguito (a mia sorpresa) da quello di ‘Miami 82’ di Syn Cole. Tra luci, colori e CO2, nel Forum ci si diverte. Il live show di Kygo è qualcosa da gustarsi senza fretta e con il sorriso, perché ovviamente i bpm non consentono folle scatenate, ma sugli spalti e in pista si balla senza problemi. Canzone dopo canzone, piccole iniezioni di allegria per un pubblico che, con il suo calore, ha dimostrato di meritarsele.
Dopo i due iniziali remix cominciano i singoli: il primo è ‘Stay’, tra gli ultimi usciti, seguito da ‘Carry Me’. Boato generale per il celebre rework di ‘I See Fire’ di Ed Sheeran, che anticipa la prima novità della serata: si chiama “I’m In Love” ed è parte del nuovo album. Da qui si avventura in un’altra serie di celebri remix, da The Weeknd agli M83, quindi una serie importante di ID tra cui ‘Raging’, uscita appena qualche giorno fa e il featuring con John Legend, che per le classifiche promette decisamente bene. Si intuisce che il nuovo album del norvegese sia una bella scommessa. I bpm sono decisamente più bassi rispetto al solito: per esempio la ballad ‘Fragile’, costruita sulla voce di Labrinth, tocca i 75 bpm. Musica da ascoltare, nel vero senso della parola, in cui si ritrova vagamente la sonorità di Tim Bergling, che Kygo non ha mai nascosto essere la sua figura di più grande ispirazione musicale fin dagli albori della sua carriera.

Ci si avvicina al gran finale, con ‘Stole The Show’ che riaccende le voci del Forum che per una serie di quattro o cinque canzoni non hanno potuto ovviamente cantare, accompagnata da una pioggia di confetti che fa quasi pensare alla chiusura dello show. Invece cambio attrezzatura e Kygo si trova in piedi a pochi metri dalla folla, con una tastiera e un’orchestra alla sua destra. Si esibisce nel remix di ‘Midnight’ dei Coldplay, quindi entrano in gioco i musicisti per le note di ‘Nothing Left’. Il momento più emozionante dell’intero show è però l’esibizione finale per ‘Firestone’, cantata da Anna Of The North a fianco di Kygo che adesso è passato al pianoforte. Una versione orchestrale e rallentata che accende i cuori di tutti invitando a cantare. Il brano finisce, Kygo ringrazia, the show is over.
Un concerto ricco di emozioni positive, spensieratezza e partecipazione da parte del pubblico. Tanti giovanissimi, che qui hanno avuto una preziosa occasione per studiare la musica elettronica da un altro punto di vista, che non sia quello del ‘put your fuckin hands up’ ma neanche della sperimentazione troppo sofisticata per menti nuove a certi generi. Per quanto riguarda il nuovo album è forse prematuro dare giudizi universali, perché i brani vanno riascoltati con calma e senza l’hype di un’arena bollente. Appuntamento dunque al 13 maggio, quando il tour sarà concluso e Kygo scoprirà le carte. Staremo a vedere.
06.04.2016