• DOMENICA 12 OTTOBRE 2025
Costume e Società

La discoteca che sfida il sistema: alcol da casa e biglietti più cari

Il modello sperimentale di Manchester si chiama XLR e mette in discussione l’economia dei club e il futuro del nightlife

Foto: @facebook.com/xlrmanchester

Nel cuore del quartiere studentesco di Withington, a Manchester, un piccolo club da 200 posti chiamato XLR ha deciso di sovvertire una delle regole non scritte della nightlife: vietare al pubblico di portare alcolici da casa. La formula si chiama BYOB, acronimo di Bring Your Own Bottle, un’abitudine comune nelle feste private ma mai applicata in modo ufficiale in un locale notturno.

L’idea nasce da un contesto di crisi strutturale che sta mettendo in ginocchio il Regno Unito: secondo la Night Time Industries Association negli ultimi tre mesi hanno chiuso tre locali a settimana, sette su dieci non riescono a generare profitti e un quarto delle città che nel 2020 avevano club e discoteche ora non ne hanno più. In questo scenario il modello BYOB rappresenta un tentativo di sopravvivenza che sfida convenzioni e interessi economici consolidati.

Foto: @facebook.com/xlrmanchester

La prassi dell’XLR è semplice ma radicale: ogni cliente può portare con sé un massimo di otto lattine o una bottiglia di superalcolico da 75 cl, che all’ingresso vengono etichettate e custodite dal personale dietro scaffali numerati. Durante la serata basta presentarsi al bancone con il proprio numero e acquistare un bicchiere al prezzo di 2 sterline per accedere al proprio alcol. Al momento il locale fornisce solo gli strumenti per preparare i cocktail in autonomia, ma si sta studiando la possibilità di un supporto anche in questa fase.

Per garantire sostenibilità economica il biglietto d’ingresso è stato aumentato, con una spesa media prevista tra le 10 e le 15 sterline, ma la riduzione complessiva dei costi dell’alcol rende l’esperienza più accessibile al pubblico studentesco. I clienti hanno accolto positivamente la formula, sottolineando non solo il risparmio ma anche un nuovo senso di controllo sulla serata.

Alcuni raccontano che prima tendevano a bere eccessivamente a casa per evitare le spese al bar, rischiando poi di non essere ammessi all’ingresso per ubriachezza, mentre ora l’equilibrio economico e sociale appare più sostenibile. Il modello sembra rispondere anche a un problema grave e crescente come lo spiking, la droga dello stupro che consiste nell’alterare le bevande all’insaputa delle vittime. Dal 2020 i casi segnalati sono quintuplicati e la possibilità di portare le proprie bottiglie, conoscerne il contenuto e custodirle in modo tracciato riduce sensibilmente i rischi di intossicazione.

 

 
 
 
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Molte clienti dichiarano di sentirsi più sicure e di vivere la serata con maggiore libertà, un valore non secondario in un momento in cui la fiducia nei locali notturni è messa a dura prova. Il proprietario Chris Hindle non nasconde la natura sperimentale del progetto, consapevole che non esiste una garanzia di successo ma anche convinto che il tentativo possa aprire una nuova strada per l’industria. La sua frase “se non funziona, posso dire di averci provato” sintetizza bene lo spirito di resistenza che anima chi prova a reinventare un settore in declino. L’XLR dimostra come il clubbing non sia solo consumo di musica e alcol, ma anche terreno di innovazione sociale ed economica

Il caso di Manchester potrebbe restare isolato o diventare un modello replicabile ma in entrambi i casi segna un punto di svolta nel modo di intendere la discoteca come luogo comunitario.

L’immagine degli scaffali numerati che sostituiscono le bottigliere scintillanti dei bar diventa simbolo di un’epoca che cambia, in cui la sopravvivenza del club passa per soluzioni pragmatiche e innovative. Se il futuro della nightlife sarà fatto di biglietti più cari e bottiglie personali, lo dirà solo il tempo, ma il messaggio che arriva dall’XLR è chiaro: non esistono dogmi immutabili, la discoteca può reinventarsi, persino riscrivendo la regola più sacra di tutte, quella che vietava di entrare con l’alcol da casa.

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.
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