I Solardo sono un duo di musica house. Definizione estremamente generica eppure, per una volta, perfetta nella sua semplicità. Il progetto di Mark Foster – già producer di rilievo in ambito dubstep con il nome di MRK1 – e James Eliot sale alle luci della ribalta nel 2016, quando su un’etichetta super cult come la Hot Creations di Jamie Jones e Lee Foss esce ‘Tribesmen’, traccia che ribalta i dancefloor di tutto il pianeta e si impone come un classico istantaneo nelle borse di ogni dj. Da quel momento, i due sono sulla mappa, e attestano il loro valore con altre release suonatissime, come ‘On The Corner’, ‘Fall Down’, ‘The Aztecs’, e remix per artisti come Nic Fanciulli e uscite per Toolroom, la Snatch! di Riva Starr e altri Hot Creations. Il duo va forte, conia un suono assolutamente irresistibile e soprattutto molto riconoscibile. Quest’estate stanno spaccando con la nuova ‘Be Somebody’ che riprende il celebre vocal di ‘Everybody Be Somebody’ di Ruffneck, uno dei pezzi più leggendari di sempre se si parla di house music. Un sacro graal, per capirci. Contemporaneamente, arriva la consacrazione a Ibiza con la chiamata dell’HÏ per una residenza stagionale insieme a un peso massimo come Eric Prydz. Ho raggiunto James per approfondire questo momento di successo, per sapere qualche curiosità su ‘Be Somebody’ e su di loro.
Come avete avuto l’idea di usare un campione vocale così storico per gli amanti della house nella vostra nuova traccia ‘Be Somebody’?
Beh, si tratta di un sample molto conosciuto, di un vocal degli anni ’90 e ovviamente a causa della nostra età, lo conosciamo fin da quei tempi, lo abbiamo vissuto, diciamo. Eravamo dei clubbers e possiamo testimoniare l’entusiasmo che c’era intorno al pezzo dei Ruffneck. Penso che rifletta molto bene il genere di persone che viene ai nostri party. Tutti vogliono “be somebody”, letterlamene, vogliono “essere qualcuno”.
Immagino che non sia una parte di voce semplice da ottenere. Com’è andata? Avevate dei contatti con gli autori del brano originale o con l’editore per la licenza e l’utilizzo?
Quando il beat di questo pezzo era pronto e ci abbiamo appoggiato sopra il vocal, ci abbiamo giocato per un po’ e abbiamo notato che stava proprio bene. Non è stato facile ottenere il permesso per utilizzare questo campione vocale, ci è voluto parecchio tempo, questa è la ragione per cui la traccia è uscita da poco nonostante la stiamo suonando da quasi diciotto mesi!
Il vostro sound è diventato presto riconoscibile, un vero riferimento per tutti i producer house dopo il successo di ‘Tribesmen’. Voi due arrivate da esperienze musicali diverse e convergete su questo stile unico, contemporaneamente fresco e classico (lo chiamiamo new classic?). Qual è stato il vostro punto di svolta, quando avete realizzato che questa era le direzione giusta?
Mark aveva una carriera di enorme successo come producer dubstep. In quanto a me, diciamo che ero in giro per rave, uscivo parecchio. Quando ci siamo messi seriamente a lavorare insieme, sapevamo di voler trovare il nostro sound unico, distintivo, all’interno del mercato. Ed è successo qualcosa. Considerando che il mondo è pieno di producer house e techno che vogliono farcela, che vogliono proprio essere noti al pubblico, io credo che per noi abbiano gioato a favore la storia di Mark con il dubstep e la mia conoscenza della dance, e che le due cose abbiano dato il meglio combinate insieme. Abbiamo speso molto tempo ad affinare il nostro suono e abbiamo capito che non dovevamo proporre nulla al pubblico o alle etichette discografiche finché non avessimo sentito di avere in mano i pezzi giusti, quelli che avrebbero fatto la differenza.
Sembra che questa estate 2018 sia quella della vostra definitiva conquista di Ibiza: avete una residenza all’HÏ e a ANTS. Arrivati a fine agosto, come sta andando? Quali sono le vostre impressioni sulla stagione?
Quando è arrivata la mail con la proposta, mi ricordo di averla vista e di essere letteralmente volato via. La reazione iniziale all’idea della nostra residenza è stata entusiasta! Non ci ho mai pensato e non potevamo prevederla, siamo passati da suonare all’HÏ e a ANTS lo scorso anno a gestire una residenza nella Room Two con Eric Prydz nella Room One. Fantastico. Dopo più di sei settimane di residenza possiamo dire che ogni serata è stata pazzesca. Abbiamo avuto il picco di presenze a inizio agosto con 6157 spettatori, i proprietari erano molto felici, sono numeri importanti. Abbiamo anche suonato tre volte a ANTS, due nello stage più piccolo e una sul mainstage, il nostro debutto. La produzione è fantastica, con le fiamme, i fuochi d’artificio e tutto il resto. Irreale.
Ci avete abituati a grandi colpi di scena: il sold out a una festa importante come il Warehouse Project a Manchester e l’enorme successo all’Hangar stage del Parklife Festival. Avete qualche sorpresa speciale in serbo dopo l’estate?
Abbiamo diverse date in arrivo insieme a HIGHER, e diverse release programmate sulla nostra label Sofa. Stiamo cercando di lanciare l’impronta sonora di Sola, per così dire, e abbiamo diversi artisti eccitanti in scuderia. Producer di tutto il mondo ci mandano migliaia di demo e la label sta andando così bene che stiamo pensando di aprire una sotto-etichetta dedicata a musica più sperimentale. Inoltre abbiamo diverse date in Sud America nei prossimi mesi e poi un tour in Australia e e ancora altri festival come Holy Ship. Insomma abbiamo in programma di suonare in tanti Paesi del mondo, come avrai capito seguiamo il calendario dell’estate: dove si sposta la bella stagione ci spostiamo noi, come succede spesso per i dj. Siamo felici e non vediamo l’ora di portare un po’ di festa in altri posti del mondo.
Dobbiamo aspettarvi anche in Italia?
Quest’anno abbiamo fatto il nostro debutto all’Amnesia di Milano, abbiamo suonato per tre ore ed è stato un set indimenticabile, davvero. Siamo sempre contenti di venire in Italia e ci torneremo molto presto.
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27.08.2018
27.08.2018