Foto di S. Hyuj, disegni di Somnath Bhatt
La musica non si ferma in tempo di quarantena, soprattutto non si fermano le uscite degli album pianificate da mesi. L’ultimo fine settimana di marzo, ad esempio, è stato caratterizzato da una serie di release in grado di suscitare l’attenzione degli appassionati di ogni genere: ci riferiamo agli album di Pearl Jam, Dua Lipa, Nicolàs Jaar e The Orb, e l’elenco potrebbe proseguire molto a lungo. Fermiamoci qua, e dedichiamo in questo articolo a Jaar, per poi tornare a breve su The Orb.

‘Cenizas (Other People)’ è il quinto album da studio realizzato da Nicolàs Jaar e arriva a quattro anni di distanza da ‘Siren’. Tredici tracce scritte e prodotte tra il 2017 e il 2019 dall’artista di origine cilena, che nel frattempo si è dedicato a sperimentazioni sonore declinante nelle più svariate modalità, realtà che lo hanno portato a concepire performance di nove ore in chiese olandesi piuttosto che installazioni audio e video in ex rifugi militari, senza dimenticare la sua adesione a progetti di improvvisazione teatrale come ¡MIÉRCOLES! e al collettivo Shock Forest Group. Un percorso trasversale, unico, per molti aspetti clamoroso per un artista che ha appena compiuto 30 anni, e che non poteva che portarlo a realizzare un album nel quale l’elettronica è una parte del tutto, più che un filo conduttore.
‘Cenizas’ è un concept album come quelli che si realizzavano negli anni settanta, dove ogni brano è una conseguenza del precedente e quasi funziona da intro al successivo. Impossibile inquadrare ‘Cenizas’ in unico genere musicale, ridurlo ad elettronica d’ascolto risulta davvero riduttivo: di traccia in traccia si sente crescere quasi una tensione perenne, quasi come se energie provenienti da più fonti fossero pronte ad esplodere in tutta la loro potenza, al punto da far sembrare quasi un dettaglio il fatto che il suono esca pulito e potente, come ormai capita sempre più raramente quando si ascoltano gran parte delle release dei tempi moderni. ‘Cenizas’ sembra quasi una messa cantata, sarà l’effetto acustico delle voci in loop campionate e che sembrano a loro volta fondersi con le strumentazioni usate. Da ascoltare e riascoltare, senza pentimento alcuno, così si potrà perdonare e assolvere chi non lo abbia apprezzato.
01.04.2020