• VENERDì 24 MARZO 2023
Festival

Le follie di Ultra 2019

L'edizione 2019 di Ultra Miami è stata caratterizzata da episodi, inconvenienti tecnici e disagi che hanno seriamente minato la riuscita del festival. Ecco i più rilevanti

Se a Miami si è finalmente concluso il lungo weekend di Ultra (qui trovate la nostra riflessione a tal proposito), in rete le discussioni e i thread polemici riguardanti il festival americano sembrano non volersi placare. Nel corso delle tre giornate, infatti, si sono succeduti una serie di episodi, inconvenienti tecnici e disagi che hanno seriamente minato la riuscita del festival. Vediamo di seguito gli aspetti più criticati e controversi di Ultra Miami 2019.

Colonel Sanders appare sul Main Stage


Quando sul main stage di Ultra Miami è apparso un dj con in testa una maschera di Colonel Sanders, il fondatore del famoso brand KFC, molti non credevano ai proprio occhi. Lo “slot” di circa 5 minuti dedicato al Colonnello non è passato inosservato e ha scatenato il web che si è diviso tra ironici e scandalizzati. In effetti, una “marchetta” di questo tipo ce la saremmo potuti aspettare da un festival di serie C, sicuramente non da uno dei più importanti festival di musica elettronica al mondo. Lo spot ha probabilmente fatto guadagnare a Ultra una bella cifra, ma quanto gli ha fatto perdere in credibilità?

Cash Cash si sfogano lanciando il mixer

Cash Cash throwing broken mixer off stage from r/UMF


Il set dei Cash Cash è stato purtroppo pesantemente inficiato da problemi tecnici riguardanti l’audio. Dopo aver tentato più volte di capire l’origine del malfunzionamento e aver sopportato varie, spiacevoli interruzioni, un membo del trio statunitense ha dato sfogo alla propria frustrazione scaraventando il mixer rotto giù dal palco tra le urla di giubilo e gli sguardi perplessi dei presenti. Anche se la scena non è avvenuta nello spezzone del set trasmetto da umftv, le riprese amatoriali sono subito state condivise dai siti di settore di tutto il mondo.

Debutto con problemi per il cubo 3.0

Per molti, tra cui la nostra redazione, il Day 2 si poteva ricondurre a un solo appuntamento: il debutto mondiale della versione 3.0 del cubo di deadmau5. Il produttore canadese, come da pronostico, è riuscito a richiamare nello striminzito Live Stage una folla enorme, pronta a godersi lo spettacolo. Dopo una prima spettacolare mezz’ora un problema tecnico ha interrotto lo show per parecchi minuti durante i quali deadmau5 non ha perso l’occasione per prendersi bonariamente in giro (e sfottere lo spot di KFC) sorseggiando la sua amata Corona. Una performance da dimenticare, quindi? Non del tutto: i debutti mondiali nascondono sempre qualche insidia intrinseca. Siamo sicuri che deadmau5 e il suo team sapranno evitare che tali situazioni si ripetano in futuro, anche se la brutta figura, purtroppo, resta.

Caos shuttle: ritorno a piedi per migliaia di persone

Uno dei più complessi problemi logistici sorti con il cambio di location è stato quello legato al trasporto dei partecipanti da Miami a Virginia Key e viceversa. La distanza, circa 5km, non prevede percorsi pedonali e vede la presenza di una strada percorribile solo in auto. La falla organizzativa si è presentata in tutta la sua gravità quando, alla fine della prima giornata, decine di migliaia di persone si sono avviate verso l’uscita. Dopo aver constatato che il servizio shuttle, congestionato e sottodimensionato, non riusciva a far fronte al copioso flusso in uscita dal festival, decine di migliaia di persone non hanno avuto altra alternativa che immettersi sulla strada a doppia corsia e camminare fino al centro di Miami. La situazione è presto degenerata e la polizia di Miami è stata costretta a chiudere la strada al traffico impedendo così anche agli shuttle presenti di svolgere il proprio lavoro. In seguito alle numerosissime proteste, nei due giorni seguenti Ultra è stata fortunatamente in grado di evitare il ripetersi di questa émpasse che, tuttavia, ha macchiato la reputazione del festival come mai prima.

I fuochi d’artificio causano un incendio

Il Day 1 è stato purtroppo caratterizzato anche da un incendio – subito domato – causato dai fuochi d’artificio sparati presso l’Oasis Stage. Residui di materiale in fiamme hanno raggiunto una palma che ha subito preso fuoco causando l’evacuazione del palco. A seguito di un comunicato stampa congiunto, Ultra e la Polizia di Miami hanno annunciato la sospensione dell’uso dei fuochi d’artificio nel secondo e terzo giorno di UMF. Un altro colpo per l’immagine e la spettacolarità di un festival che dell’impatto scenografico e degli effetti speciali ha sempre fatto un suo punto di forza.

Tom Morello non convince con l’ibrido electro-live

Tom Morello, storico chitarrista dei Rage Agaist The Machine, è tornato a Ultra (dopo l’apparizione sul Main Stage con i Knife Party) con una performance esclusiva sul Live Stage in cui prometteva di unire strumenti suonati dal vivo e musica elettronica. Le aspettative erano alte ma il mix di chitarra, batteria e altri strumenti con dubstep caciarona e sferzante bass music si è rivelato inconsistente e senza una quid ben preciso. Molti sono stati i fischi che hanno accompagnato la sua esibizione e altrettante le perplessità espresse online. Un altra performance molto attesa che ha deluso molti affezionati e curiosi.

#fyrefest 2

Se a tutto questo sommiamo le molte lamentele sulle dimensioni troppo contenute del Live Stage/ASOT Stage, la distanza chilometrica di Resistance Island dal core del festival, il sovraffollamento dei rimanenti palchi, la spiacevole onnipresente sovrapposizione di suoni (quest’ultima, purtroppo, tipica di molti festival) e il forfait già annunciato di Eric Prydz – nulla da addebitare a Ultra in questo caso, ma pur sempre un act molto atteso che manca all’appello – possiamo ammettere che UMF Miami 2019 è stata una delle peggiori edizioni della storia del festival. Non è dovuto passare molto tempo prima che partecipanti, blog e importanti testate generaliste iniziassero a paragonare Ultra al disastroso Fyre Fest a cui sono stati recentemente dedicati due documentari. Un accostamento che, fino a pochi giorni fa, sembrava alquanto improbabile vista la storia, la reputazione e la professionalità del marchio Ultra.

Per scongiurare un’altra edizione sulla falsariga di quella appena conclusasi la soluzione obbligata sembra essere quella di un ulteriore cambio di location, più ampia, più facilmente raggiungibile e più funzionale alla tipologia di evento che Ultra vuole offrire ai propri fan. Le date per il 2020 sono già state annunciate: vedremo quanto la coda lunga delle polemiche e dei disagi modificheranno i piani per l’anno prossimo. Ma se non vogliono correre il rischio di bissare ciò che è successo, i cambiamenti ci dovranno essere, e dovranno essere sostanziali.

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Michele Anesi
Preferisco la sostanza all'apparenza. micheleanesi@djmagitalia.com

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