‘Closer’ di Lemaitre prosegue la sua arrampicata nelle classifiche di Shazam e iTunes in Francia. Lo scorso aprile anche l’intero Regno Unito ha registrato un aumento del 97 per cento di presenza nell’etere per il pezzo interpretato da Jennie Abrahamson. A cercare Lemaitre si fa una gran fatica, in Rete: spuntano come funghi Georges (Lemaître), fisico e astronomo belga, poi Christophe (Lemaitre), atleta francese, specializzato in velocità, e Pierre (sempre Lemaitre), scrittore francese. A scovare Ulrik e Ketil è un’impresa, stanno nei meandri della underground ed emergendo tuttavia anche grazie al loro singolo. Il contatto con DJ Mag Italia avviene da un centralino nei pressi di Los Angeles, perché i due norvegesi si sono trasferiti da qualche anno a Hollywood.
La scena nordeuropea sembra davvero inarrestabile e voi ne siete la conferma.
Effettivamente il nord del Vecchio Continente in questi ultimi anni è molto prolifico. Pensiamo sia dovuto, questo, a un semplice ricambio generazionale. Se prendiamo in considerazione personaggi come Avicii, Kygo, ma anche noi stessi volendo, l’effetto è sotto la luce del sole. Fino ad alcuni anni fa non c’erano così tanti nomi, anche nelle classifiche radiofoniche.
‘Closer’ come è nato?
Come tutte le nostre cose: da un mix di visioni jazz, di hook pop, di mood electro e di stile un po’ house.
Merito anche di questa elettronica post EDM, slegata dai grandi eventi ma sempre orbitante attorno al pianeta pop?
Senza dubbio. Sta cambiando tutto e con gran velocità. Ci sono ritmi molto innovativi, spezzati, break, che si prestano a nuovi generi: non c’è solo il beat da festival ma anche quello più alternativo e magari spesso preso in considerazione da nuovi talent scout alla ricerca di nuovi mercati.
Voi come organizzate un live?
Abbiamo messo su una band vera e quindi viviamo più esperienze anche in fatto di produzione. Ci spieghiamo meglio: ricreare durante un live un suono originariamente nato in uno studio di registrazione dal vivo è davvero un’impresa. Si tratta di un impegno che ci siamo presi e che ci mette costantemente in gioco.
Perché avete pubblicato un e.p. e non un album? Non siete ancora pronti per un progetto di così ampio respiro popolare?
La responsabilità è sempre tanta. Bisogna sempre svincolarsi dai vecchi concetti di discografia e soprattutto dall’idea di fare uscire un album con la concezione antica, alla vecchia maniera. Prossimamente pubblicheremo nuova musica inserendola in nuovi e.p. I prossimi passi saranno quelli di tornare in studio per preparare nuovi live e buttare giù idee per nuove composizioni.
16.05.2016