Dai nostri inviati Ale Lippi e Federico Piccinini
Dal 10 al 12 agosto, sulla riviera di Cannes, è andata in scena la tredicesima edizione di Les Plages Electroniques, il beach party più famoso della Costa Azzurra che ha portato sulla riviera francese alcuni tra i nomi più importanti del panorama techno, house e non solo, offrendo uno spettacolo unico. Noi di DJ Mag Italia abbiamo voluto testare quest’esperienza che si profilava molto interessante: il meglio della scena underground internazionale e una pop star come Kygo, a ventiquattro ore di distanza, sulla stessa spiaggia, nella cornice bianco-beige della Promenade de la Croisette di Cannes. Quando si tratta di eventi musicali, i contrasti ci sono sempre piaciuti. Forse perchè in ambito musicale due elementi diamentralmente opposti nello stesso posto molto spesso sono sinonimi di apertura mentale, mondi che si toccano, esperienze nuove da provare.
Quando si percorre la Croisette di Cannes tutto suggerisce un unico concetto: lusso. Non l’esagerazione scintillante di Las Vegas, nemmeno i mostri architettonici di Dubai. Un lusso sottile, garbato, perfettamente francese. Sul viale palmato si respirano profumi dolciastri, mentre sventolano abiti di lino bianco; il sole risplende sulle facciate perfette del Casinò Barrière, dell’hotel Martinez, della galleria La Malmaison, ai piedi dei quali sono parcheggiate Lamborghini Aventador, Bugatti Veyron, Ferrari 488. Nello sfondo, il mare della Côte d’Azur, adornato da mega yacht e imponenti barche a vela. Per strada arabi, russi, italiani, inglesi. A qualche centinaio di metri da tutto questo, sorge il Palais des Festivals et des Congrès, dove annualmente organizzano il famoso festival del cinema di Cannes. È qui che abbiamo festa fino al calar del sole, a suon di grandissima elettronica. Lungo la lingua di sabbia che costeggia la struttura, le note di Sven Väth, Jamie Jones, Kölsch e compagnia ci hanno confermato che i contrasti sono sempre fantastici. Il festival è vissuto come una festa di paese: la musica supera le barriere d’ingresso e risuona sulla Promenade, e gruppi di giovani si riuniscono intorno alle fontane e ai viali alberati che confinano con il perimetro. Gira la giostra, anziani siedono sulle panchine armati di ventaglio e bambini giocano nella fontana con le barche radiocomandate, mentre nell’aria risuona ‘Muye’ di Keinemusik, remixato da Black Coffee. Potreste mai immaginarvelo dalle nostre parti?
La prima giornata dell’evento è all’insegna della grande techno. Il “Beach Stage”, costruito sulla sabbia, ospita Parallells, Sven Väth, Hungry 5 (ovvero il trio composto da Worakls, Joachim Pastor e N’to), Kölsch e a chiudere Jamie Jones. Nel Terrace Stage – sul tetto del Palais, che durante l’anno è un locale open air – risuonano le note di Marst, Amelie Lens, Giorgia Angiuli, Agoria e Recondite. Al calar del sole, Sven è risultata la rockstar del primo giorno, nonostante le danze siano state chiuse in grande stile da Jamie Jones. Il calore del pubblico nei confronti di papa Sven è sempre molto intenso – come del resto ovunque – e l’ultimo disco al tramonto (‘Pick Up’ di DJ Koze, uno dei migliori brani dell’estate 2018) è stata pura poesia. Un’ulteriore asso nella manica dei ragazzi di Les Plages Electroniques è stato l’afterparty, di cui non potevamo non innamorarci. In una rotonda vetrata interna al Palais, su una console circolare al centro della sala, si sono esibiti Satori e Damian Lazarus, in un’atmosfera davvero speciale che è durata fino alle cinque di mattina.
Il secondo giorno si è rivolto ad un emisfero sicuramente più mainstream, ospitando il dj set di Kygo – headliner assoluto della tredicesima edizione – e altri nomi tra future house, deep house e sonorità più chill. Tra questi hanno sicuramente fatto la differenza i The Blaze, duo francese che ha conquistato i nostri cuori con un live di altissima qualità da tutti i punti di vista. Produttori, musicisti e video artisti, ve li avevamo presentati nel magazine addirittura un anno fa. Vederli per la prima volta finalmente dal vivo non ha fatto altro che confermare quello che vi avevamo detto: e cioè che siamo di fronte ad uno dei progetti più entusiasmanti del momento.
Il momento di Kygo, come prevedibile, è stato un trionfo di effetti speciali, adrenalina e grandi cori, con una performance orchestrale di ‘Firestone’ a chiudere in bellezza un sabato sera memorabile sulla Costa Azzurra. Lo show del norvegese è vissuto come un vero e proprio concerto dove si susseguono una hit dopo l’altra. Nelle movenze sembra Avicii. Lo ricorda spesso, anche nelle interviste. Sembra di vederlo, lì, com il mare a pochi metri. Ci emozioniamo un po’ intorno a questa riflessione perdendoci tra le vie di Cannes.
14.08.2018