Un anno fa LIBERATO iniziava il suo percorso. Il misterioso progetto napoletano fece drizzare le orecchie degli addetti ai lavori più attenti con ‘Nove Maggio’, che univa la propensione partenopea per la melodia e un certo melodramma a un arrangiamento elettronico di primissima qualità, oltretutto assolutamente in linea con ciò che riteniamo “avanti” sul piano internazionale. Aggiungiamo al carico tutto il mistero sull’identità dell’artista, tutt’ora intelligentemente celata, e un apparato iconografico eccellente, sia sul piano grafico sia sul piano visivo, con gli eccezionali video firmati Francesco Lettieri, ad oggi l’unica persona fisica direttamente riconducibile al progetto. L’hype è presto cresciuto fino a diventare sensazione, le views ai video e i numeri in streaming sempre maggiori, l’interessamento delle radio, la presenza su palchi importanti con i pochi, centellinati live concessi con il contagocce proprio per mantenere alta l’aspettativa e creare l’evento speciale ad ogni uscita. Il mistero sull’identità del cantante (qualcuno punta il dito sul napoletano Livio Cori, dal vivo abbiamo visto invece Calcutta). Un paio di giorni fa LIBERATO ha pubblicato il nuovo video del pezzo ‘Me Staje Appennennn’ Amò’, e questa volta il fenomeno viene a navigare in acque territoriali di nostra competenza, dopo che già si era avvicinato cona la precedente ‘Gaiola Portafortuna’.
Perché da abile navigatore dei generi che in qualche modo sono cool, stavolta LIBERATO si dà alla cassa in quattro, buttando in casseruola tanti ingredienti classici della musica da club. C’è la house degli anni ’80 e la techno dei primi ’90, qui dentro. La house dei sample (c’è il celebre campione di Lyn Collins che è ormai un archetipo della musica elettronica da Rob Base & DJ EZ Rock in poi), la techno dei rave. E tutto perfettamente inserito nella contemporaneità grazie a suoni impeccabili e a tutto un discorso di estetica sonora che da Bicep ai Disclosure e a tutto un mondo prevalentemente UK di concepire la musica dance in quest’ultima stagione (intendo ultimi anni) inserisce perfettamente il pezzo in una cornica fresca. Oro, per la maggior parte delle produzioni italiane, sia dance, sia alternative, sia vagamente pop. Ulteriore benzina sul fuoco la mette ovviamente la componente linguistica, che aggiunge un tocco esotico a chiunque in Italia non sia campano, e si trova di fronte a una lingua affascinante e “diversa”, peraltro in grande splvero visti i successi televisivi e letterari di una rinnovata napoletanità che sta riportando la città del Vesuvio al centro dell’immaginario italiano, pur nelle sue forti contraddizioni e, in ogni caso, con tutta la poesia e la magia possibile. Il video, naturalmente, è parte integrante del brano, e ancora una volta un enorme valore aggiunto all’opera. Anche qui, Napoli vista attraverso una delle sue centomila prospettive. Il risultato è un pezzo che crea un cortocircuito musicale/linguistico/visivo notevolissimo, in grado di girare nelle nostre cuffie come nei club. La musica italiana che ci piace sentire, la musica da club che ci piace ballare. Messe insieme, sono una ricetta originale che dà un piatto unico e decisamente gustoso. LIBERATO ce l’ha fatta ancora una volta. Oops!
23.01.2018