La line up più ambita ed influente dell’anno è stata annunciata, e come ogni edizione non poteva che essere ricca di grandi nomi, ritorni, reunion e qualche novità. Finalmente sappiamo chi suonerà (o canterà) a Coachella 2020, che si svolgerà come sempre a Indio, in California, nel doppio weekend 10-12 e 17-19 di aprile. Aldilà dell’immancabile scena pop, c’è qualche osservazione da fare in ambito dance e urban.
Prima osservazione: c’è (di nuovo) tanta musica elettronica. Dal momento che questo cartellone si pone l’obiettivo di rappresentare ogni anno cosa andrà forte nell’arco dei dodici mesi a venire – e quindi non necessariamente ciò che ha spaccato in quelli precedenti – la line up del Coachella rappresenta le principali scommesse del festival sulla scena musicale in corso. Calvin Harris è in seconda riga , secondo solo alla reunion dei Rage Against the Machine, così come Flume (su cui sembrano puntare tutti, nel 2020) e i Disclosure. Non mancano house e techno, con i vari Dixon, ANNA, Chris Liebing, The Martinez Brothers, Ellen Allien, DJ Koze, Black Coffee, Peggy Gou e compagnia a rappresentare il panorama alla perfezione. La presenza di Adam Port è un’ulteriore conferma della portata mondiale di quanto realizzato da Keinemusik negli ultimi anni. Infine, c’è spazio anche per una reunion, che è la nostra ciliegina sulla torta: la reunion dei Duck Sauce. A-Trak e Arman Van Helden erano inattivi come duo dal 2014. Ci sarà anche un ritorno discografico? Lo speriamo tutti. Largo spazio anche all’emisfero alternative: FKA Twigs, Thom Yorke, Caribou, Mura Masa e tanti altri.
Seconda osservazione: la scena urban è padrona assoluta. Non è una novità. Se qualche anno fa il Coachella era accusato di “fare il Tomorrowland”, oggi la trap is the new EDM. Tanto per dirla così, come siamo abituati. Travis Scott è l’headliner del day 2, come era stato spoilerato sul web qualche giorno fa, così come Frank Ocean del day 3 e non mancano altri grandi esponenti come Run The Jewels, 21Savage, Lil Uzi Vert, Megan Thee Stallion, DaBaby, Swae Lee, il collettivo rap dei BROCKHAMPTON, l’eroe country rap Lil Nas X.
A proposito di urban: è sparito il reggaeton, e questa è una terza e immancabile osservazione. Il Coachella ha deciso di distogliere lo sguardo dalla latin wave che ha dominato le chart e i festival del 2019. Un segno del fatto che evidentemente il festival ha considerato l’esplosione latina come un fenomeno passeggero nella scena internazionale, di fatto concluso dopo l’estate dello scorso anno. Vedremo se ci avrà visto giusto.
04.01.2020