“The ting goes shrrrahh (ah) / pap, pap, ka-ka-ka (ka)” dice il ritornello di ‘Man’s Not Hot’, un brano virale che girava negli ultimi mesi del 2017 nei social più o meno di tutti. Si tratta del singolo di debutto di Big Shaq, nome d’arte di Michael Dapaah, comico inglese che ha immediatamente raggiunto notorietà internazionale grazie all’enorme quantità di condivisioni del pezzo e al numero di ascolti da vera superstar (su Spotify ad oggi ha superato i 150 milioni, a cui si aggiungono un’altra decina tra i vari remix). Quel che in pochi sanno è che il beat a cui si è affidato Big Shaq sia stato prodotto da GottiOnEm e Mazza, due produttori britannici specializzati in drill music. Che cos’è la drill music e perchè in questo momento, nel Regno Unito, questo genere musicale ha attirato particolarmente l’attenzione di media e istituzioni?
Drill in slang americano sta ad indicare le armi automatiche, un po’ come quando in Italia sentiamo dire “i ferri” in riferimento alle pistole. Il The Guardian, nel 2012, lo ha definito come uno stile musicale caratterizzato da atteggiamenti “nichilisti, oscuri e violenti”, qualcosa che potremmo definire come “gangsta trap”, per usare un paragone facile con il gangsta rap degli anni ’90. Pare che la corrente si sia affermata di pari passo all’ascesa pop della trap, che da qualche anno in America è quanto di più usuale si possa richiedere dalle chart. Si sviluppa intorno al 2010 a Chicago e la principale distinzione dal resto della scena trap è il linguaggio estremamente esplicito e crudo, lontano dal culto del successo e della ricchezza del 90% dell’offerta attuale hip hop e anzi concentrato su quanto di più subdolo avvenga nelle strade dei peggiori quartieri americani, senza richiami alla speranza di uscirne, al voler fare i soldi, al levarsi di mezzo. Nel 2012 la corrente musicale attira l’attenzione grazie agli esponenti che ottengono numeri interessanti di apprezzamento sulle varie piattaforme, tra cui prima in assoluto c’è Soundcloud, seguita da Youtube. Non a caso la scena drill fa dei videoclip un importante punto di forza. Figurano nomi come quelli di Lil Durk, Fredo Santana, Young Chop, Famous Dex e soprattutto Chief Keef, ma c’è chi ricongiunge alla drill anche gente come Gucci Mane e Waka Flocka Flame. Beat pesanti e oscuri, auto-tune, distorsione vocale, genericamente tra i 60 e i 70 BPM.
In un approfondimento del portale Complex, non più disponibile online, la drill veniva descritta come qualcosa di più di un genere musicale: è una mentalità, uno stile di vita, un linguaggio a sè, mentre il rapper Rhymefest lo ha definito come “il genere musicale degli assassini”. Eppure dev’esserci qualcosa in più in questa drill, oltre ad un agglomerato di “ammazzo, squarto, rubo e stupro”; anche perchè altrimenti non si spiegherebbero dichiarazioni come quella di Kanye West, che nel 2013 parlava della drill come la corrente che più lo ha ispirato nella creazione dell’album ‘Yeezus’, nel quale tra l’altro è incluso un feat con Chief Keef.
Ma torniamo al tema centrale. Nel Regno Unito ultimamente non si fa che parlare di questa benedetta drill music. La corrente ha attraversato l’oceano Atlantico e ha trovato nei sobborghi di Londra la sua ideale casa europea, dove varie drill crew attirano sempre più adepti e popolarità negli ascolti. Tra queste figura per esempio la crew Sixty-seven, che tra l’altro in uno dei suoi ultimi pezzi ha coinvolto il rapper britannico Giggs, uno dei nomi di punta della scena hip hop inglese, con i suoi ultimi due album ad aver toccato la top3 della UK Album Chart. Il grosso problema del linguaggio violento della drill, rispetto alle tante altre volte che nell’hip hop si affrontano tematiche criminali, è che pare abbia molta più presa sui giovani rispetto al resto. Nella scena drill il sangue è glamour, ma non perchè faccia figo o perchè si voglia apparire come duri agli occhi dei ragazzini, ma semplicemente perchè descrive una realtà così per come è vissuta dai giovani che ne fanno parte ogni giorno, lontani dai valori della società e dediti ad uno stile di vita che probabilmente li accompagnerà per sempre. Le autorità londinesi ritengono che l’ascesa in termini di notorietà degli artisti drill stia andando a braccetto con l’aumento dei crimini nelle periferie della capitale, un dato preoccupante che vede la violenza dilagare ogni giorno di più. Secondo una recente stima basata sul numero di crimini commessi, pare che attualmente Londra sia la città più violenta d’Europa. Lo confermano diversi quotidiani, tra cui per esempio il Times, che la definisce “la musica demoniaca che aumenta gli omicidi tra i giovani”.
L’ultima novità sul tema è il ban alla pubblicazione imposto dal governo alle drill crew, con i video delle loro canzoni ricondotti a violazioni dei termini di Youtube e sistematicamente cancellati dalla piattaforma, tant’è che alcuni pezzi sono stati addirittura caricati su Pornhub, unico sito non soggetto alle restrizioni di contenuti degli altri media del web. In Inghilterra sono stati addirittura condotti studi accademici a sottolineare come la drill music mai come prima d’ora fosse un catalizzatore di rivalità tra gang, che sulle barre e i beat dei loro idoli musicali si sentono più forti e autorevoli, quindi incitati al crimine. Una recente inchiesta è stata condotta dal The Guardian. In totale sono stati rimossi circa 30 video, ma Cressida Dick, capo della polizia metropolitana di Londra, ha annunciato che verranno condotte censure sempre più accurate per evitare la diffusione di questo genere musicale. A non migliorare la situazione c’è il caso di M-Trap, drill MC che qualche settimana fa ha accoltellato a morte un quindicenne poco dopo aver pubblicato un brano che parlava proprio di bucare qualche ragazzino. Si è preso l’ergastolo. Abra Cadabra, esponente drill britannico, parla della guerra alla drill come di una distrazione dai veri problemi sociali che affliggono il Regno Unito, le cui autorità preferiscono trovare un nemico comune facile da combattere rispetto a guardare in faccia la realtà in cui vivono certi ragazzini. La drill va fortissima tra i giovanissimi della comunità nera di Londra – e si sono sprecati i paragoni con gli NWA di Compton, back in the days – e la presenza online aumenta ogni giorno grazie a nuovi giovani che si uniscono al coro. Un coro che, a questo punto, forse andrebbe ascoltato da un altro orecchio.
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11.07.2018
12.07.2018