Foto: Fra909 TV
Il carisma e la personalità sono due tra le caratteristiche che rendono grande e unico un dj. Nella costruzione di un set, la scelta della musica conta quanto l’approccio fisico e mentale alla performance. Tutti e i grandi dj interpretano fisicamente la musica che propongono. Pensate al vostro preferito. Sicuramente sapreste descriverne le caratteristiche. Venerdì 17 marzo, al Fabrique di Milano abbiamo assistito all’apoteosi del concetto. In consolle lo svizzero-cileno Luciano e l’americano Seth Troxler, due che incarnano in pieno la figura del dj moderno e le sue caratteristiche. Autorità, fascino e influenza sono doti naturali che strabordano di fronte ad un locale pieno zeppo, con le prime file rivolte verso la console con i cellulari in mano, pronti a fissare quel momento che improvvisamente potrebbe diventare epico.
Seth Troxler, il figliol prodigo della motor city, genio, sregolatezza e contenuti che fanno di lui uno degli artisti più interessanti in circolazione, non fatica a portare la serata in temperatura. Un attivista politico sotto mentite spoglie, impegnato in prima linea per la causa, uno di quelli che credono ancora fermamente nel ruolo culturale del disc jockey, a costo di accentuare prepotentemente le sue caratteristiche, come in una perfetta caricatura. Seth è ben consapevole del suo ruolo nella scena e lo porta avanti con intelligenza e credibilità. Mi piace perché è una persona colta e attenta. Si ricordava di quando, il primo giorno dell’anno a Ibiza, abbiamo passato una mezz’oretta nel cortile del DC10 a parlare di come la scelta di suonare ‘Pump it up’ di Danzel al Circoloco Bologna dello scorso dicembre avesse fatto discutere la comunità. Mi accoglie nel camerino (per un’intervista che presto leggerete) canticchiandomi il pezzo. Lo prendo come un complimento. Suona per un paio d’ore, dalle 00:30. La prima parte scorre via senza problemi fin quando, con un paio di digressioni al limite dello sperimentale, decide di cambiare i gas dell’atmosfera. Ricordo esattamente quell’istante intorno all’1:30. Lo sguardo d’intesa con i compagni di console fa intendere che sarebbe stata una serata speciale.
Attendo Luciano con impazienza. Chi mi conosce sa di quanto sia legato al dj e produttore svizzero-cileno. L’ho incontrato per la prima volta nel 2005 quando, di canottiera e baffi vestito, devastava il DC10, facendo semplicemente tutto quello che gli altri, distratti dalla minimal techno, non facevano: divertire e far sorridere la gente anche con scelte (im)popolari. Quando al Time Warp del 2009 suona ‘Never Leave You’ mandando in estasi Mannheim, è chiaro che eravamo di fronte ad un talento fuori dal comune. Non lo incontravo da due anni, da quando il party Vagabundos allo Space di Ibiza non stava vivendo il suo periodo migliore. Adesso posso dirlo. Luciano è tornato in stato di grazia. Luciano è tornato ad essere e fare il Luciano. Felice, rilassato, consapevole, ha sfoggiato tutto il meglio del suo repertorio tenendo il Fabrique in pugno come uno sciamano. C’è Lumidee, c’è Juan Pachanga, c’è tanta house music, c’è il suo tocco latino che è meno ridondante e più efficace. E’ tornato a farmi shazamare tool che non si trovano perché non esistono. Con ‘The Bells’ di Jeff Mills ipnotizza la folla. Luciano in console lo riconosci anche se non lo vedi. Essere riconoscibili è l’arma segreta del successo e Luciano in questo è sempre stato eccezionale.
Il Fabrique ha ricambiato alla grande. Ballando fino alle 5 del mattino con tre quarti d’ora abbondanti dove Luciano e Seth Troxler si sono divertiti in back to back a colpi di classici, da ‘Just Goddammit Dance’ di Paul Johnson a ‘Strings Of Life’ di Rhythim Is Rhythim. Fino all’annuncio finale di Foremost Poets: ‘Please do not be alarmed, remain calm. Do not attempt to leave the dancefloor. This frequency has been used by a secret society in conjunction with Lucifer to lure and prey on innocent partygoers. We repeat, this is only a test, this is only a test. This station in conjunction with other airwave announcements will conduct this exact test without prejudice, under the juricepurdence of the soul, the mind, the body, the positive, the negitive, the ground, the proton, the neutron, the electron, the ying, the yang, the young, the sun, the moon, the star”. Sguardo d’intesa. Non c’è bisogno di spiegare di cosa stiamo parlando.
Luciano e Seth Troxler sono due dj che brillano di luce propria, sospesi sul confine tra underground e mainstream, in una zona scomoda per molti, agevole per altri. Una posizione da mantenere con la postura ben dritta e con una coerenza di fondo tale da non rischiare di far inarcare la schiena. Entrambi sembrano a loro agio nel ruolo che ricoprono. Se il dj è colui il quale attraverso la sua musica fa divertire, sorridere e ballare le persone a prescindere da genere, razza e religione, Luciano e Seth Troxler fanno esattamente il mestiere per cui sono sono nati.
20.03.2017