Quasi cinquant’anni di cui almeno la metà dietro la consolle, Marco V è sicuramente tra i pionieri della musica elettronica moderna e non solo. Tutto è iniziato nel 2002 con il capolavoro che fu Con:fusion, il suo primo album, a cui è seguito un decennio di successi tra ulteriori album esplosivi, sacrosante charts mai abbandonate (come la Dj Mag Top 100 Djs del quale è membro fin dalle prime edizioni) e InCharge, la sua label personale. Un artista ancora estremamente creativo nonché un profondo conoscitore di ciò che è stato, ciò che è e che sarà, Marco si è concesso a Dj Mag Italia per parlare rapidamente del suo ultimo singolo Nashoba, ufficialmente disponibile con Flamingo Records a partire dall’inizio di Dicembre. L’EP comprende un remix del giovanissimo Jaden Daves e uno dell’altrettanto giovane Thomas Newson, tra piccoli talenti più in voga nello scenario EDM attuale ma non solo: è anche suo figlio. Ebbene sì, per chi ancora non lo sapesse, l’ennesimo dutch boy della Revealed Recordings, di Flute e di Pallaroid, è il primogenito del pioniere Marco V. Non siate scettici e non tiriate facili conclusioni, siamo sicuri che il talento di Thomas vada oltre il suo legame di parentela con un grande come Marco (o per lo meno lo speriamo), ma in ogni caso non è questa la sede in cui parlarne.
Parliamo di Nashoba.
Volevo dare un seguito alle mie ultime due release per Flamingo Records, 10pm e Sunset Blvd, così mi sono concentrato sulla produzione personale e ho messo insieme un salpe molto oldskool, un piano-break interessante e un drop.
In questo EP di tre tracce troviamo anche un remix di Thomas Newson. Non è un segreto che Thomas sia tuo figlio; quanto di te vedi riflesso in lui?
La sintonia tra noi due funziona perfettamente, ad entrambi ci piace l’electro energetica e condividiamo gran parte dei gusti musicali, anche se lui ha trovato il suo percorso personale.
Avete anche collaborato ad un pezzo insieme, nel caso di Jaguar. Cosa si prova a vedere il tuo nome pubblicato vicino a quello del tuo primogenito?
E’ fantastico. Inizialmente non volevamo rendere pubblico il dettaglio del nostro legame di parentela, temendo dicerie del tipo “sicuramente il padre gli ghostproduce le tracce”, ma con il tempo la gente l’ha scoperto e una collaborazione mi è sembrato un ottimo modo di consacrare il nostro legame. Abbiamo anche avuto occasione di condividere la consolle al Revealed Party dell’Ushuaia di Ibiza, quest’estate.
Chi è Jaden Daves? Dobbiamo tenerlo d’occhio?
Sì, assolutamente. Ha 19 anni ed è uno dei talenti olandesi più forti del momento. Ne avrete la prova a Febbraio 2015, quando uscirà il suo singolo con la mia label InCharge.
Sei attivo da decenni ormai, come giudichi il ruolo predominante del ‘fattore EDM’ nello scenario pop mondiale?
C’è sempre stato uno stile predominante nello scenario musicale: oggi è l’EDM, ieri era la primitiva electro house e ancora prima la trance. E’ naturale che ciò che piace al pubblico prima o poi si mescoli con il pop.
I festival stanno lentamente spegnendo la club culture. Vero o falso?
Falso. I festival stanno vivendo una fase di estrema popolarità, ma il club non cesserà mai di esistere.
Quando si raggiungono livelli piuttosto alti, soprattutto a livello di charts e visibilità, si rischia di entrare in una fase di stallo, in cui, per non rischiare di commettere passi falsi, si tende a fossilizzarsi nello stile. In mia opinione stiamo assistendo ad una fase in cui il successo dell’artista (soprattutto nel campo della big room) è inversamente proporzionale al suo livello di originalità e ‘coraggio produttivo’. Forse perché l’audience di certi palchi è immensa, ed è importante per l’artista non contrariare i propri fans. Possiamo definirla una crisi?
Sono al 100% d’accordo con te, stiamo vivendo una totale crisi di originalità, ma non attribuirei la colpa al singolo DJ o producer. Si tratta di un lavoro di marketing che proviene dai promoter dei festival e dalle case discografiche.
Cosa ti piace ascoltare quando hai un po’ di tempo per te?
Sostanzialmente quello che c’è alla radio: dal pop alla deep house.
Quale ‘segnale’ per un DJ accende la spia del ritiro dalla scena?
E’ un modo educato di chiedere se ho intenzione di smettere a breve? (ride) In realtà non ne ho idea, probabilmente quando non riesce più a sentire il calore della folla.
A cosa stai lavorando nelle ultime settimane?
Ho appena concluso una collaborazione con East and Young, CHOGAN, e sta per uscire il mio ultimo singolo Robotize con InCharge.
16.12.2014