La notizia era già nell’aria, anzi di fatto era già di dominio pubblico. Marracash nel 2023 suonerà dal vivo solo in due date, a settembre, in un concerto molto particolare chiamato Marrageddon. Mancavano però i dettagli dell’evento, e alcuni sono stati annunciati venerdì 28 aprile in una conferenza stampa che ha richiamato un’ampia schiera di giornalisti di ogni testata, età, estrazione, a riprova di come Marra è ormai assolutamente un artista da annoverare tra i big non solo del rap, ma della musica italiana tutta. E se in parte è vero ciò che proprio Marra ha dichiarato in conferenza, e cioè che il rap ormai è mainstream, sdoganato dai numeri in classifica, da quelli del pubblico ai concerti, dalle playlist delle radio e da una popolarità innegabile di tutto il genere, dall’altra è proprio lui ad aver fatto un salto che nessuno aveva fatto prima, diventando un artista rap capace davvero di avere la statura di un autore di altissimo profilo, letterario, poetico, ovviamente musicale, e anche (forse soprattutto) culturale.
Schivo, poco interessato all’onnipresenza mediatica, notoriamente poco amante del mondo social, Marracash negli ultimi anni ha vinto anche per la coerenza con cui sa stare sotto i riflettori e nel gioco del music biz. Due album “enormi”, per citare la sua manager Paola Zukar (‘Persona’ 2019, e ‘Noi, Loro, Gli Altri’ 2021, doppietta di best e long seller su Island/Universal e classici istantanei), un tour più volte rimandato causa pandemia (quanto ci sembra remoto a pensarlo oggi!) e poi avvenuto in maniera trionfale (ne abbiamo parlato ampiamente). Un successo che l’ha portato a sbancare i palasport lo scorso autunno con uno spettacolo brillante e curatissimo, e ch lo porta oggi ad annunciare un evento unico in due date (scusate l’ossimoro).
Foto: Andrea Bianchera
Marrageddon arriverà a Milano il 23 settembre, all’Ippodromo La Maura (lo spazio più grande a Milano) e il 30 settembre all’Ippodromo di Agnano di Napoli. Due spazi scenici giganteschi per due show che al momento, stando alle parole di Paola Zukar e di Ferdinando Salzano di Friends and Partners (promoter dell’evento), hanno venduto oltre 50mila biglietti a Milano e oltre 20mila a Napoli. Numeri alti ma che non stupiscono, vista la portata dell’artista.
Oltre alle location, sono stati svelati anche gli headliner di Marrageddon: per Milano, Salmo, Fabri Fibra, Paky e Shiva; a Napoli, Lazza, Madame, Geolier, e Santeria, ovvero uno showcase firmato Marra+Gué, che già si annuncia come un evento nell’evento. Ma che significa “headliner”? Significa che Marrageddon è appunto un festival, un evento che partirà dal pomeriggio e dove i nomi in cartellone non saranno soltanto degli ospiti ma veri protagonisti dello show con set e showcase. E Marracash? “Sarò sul palco la sera, sarò il mostro finale, il mio sarà il concerto principale delle due giornate”. A chi chiede, a più riprese, se ci saranno delle incursioni sul palco anche durante il pomeriggio, l’artista risponde che “potrei anche non volerlo svelare per forza… ma in linea di massima l’idea è quella di strutturare Marrageddon come un festival con una line up e una time table precisa, i riferimenti sono Astroworld di Travis Scott o Coachella, senza fare paragoni fuori luogo, non sarà una cosa come il Jova Beach Party dove il protagonista è sul palco a varie riprese”. E prosegue: “il mio ruolo è quello del protagonista principale ma anche di ideatore, di direttore artistico, sono io che ho pensato al festival, a chiamare gli ospiti, alle line up, e naturalmente a metterci nome e faccia”. Tanto che un collega non resiste e la butta lì: “ti piacerebbe essere un giorno il direttore artistico di Sanremo?” e a cui Marra risponde ironico ma senza negare.
E per quanto riguarda gli aspetti più strettamente legati al suo show? “Posso dire che Ombra e Lorenzo De Pascalis sono il team collaudatissimo e confermatissimo per visual e aspetto scenico, già con me nel Persone Tour dell’autunno scorso nei palasport. Non posso rivelare invece nulla sulla band che mi accompagnerà perché ci sarano grandi sorprese”.
Insomma, Marrageddon si candida a diventare l’evento musicale dell’anno. Lo dicono i numeri, lo dice lo stato di grazia di un artista assolutamente al top del suo gioco, lo dice la popolarità dei nomi in cartellone, lo conferma proprio Marracash che dice con sicurezza di “non avere bisogno di ospiti stranieri, degli americani, perché abbiamo una scena forte e robusta, tanto pubblico, e sono orgoglioso di dire che i big stranieri sarebbero una ciliegina sulla torta ma non i nomi da chiamare per vendere biglietti”. Come dargli torto. E come dargli torto quando dice che un evento così grande, con una line up completamente rap, hip hop, non cross-genere (come il Nameless, per capirci), in Italia non c’è mai stato. Il precedente più illustre, citato dallo stesso Marracash, è il remoto Hip Hop Village, roba da metà anni ’90, che tanti ragazzi e ragazze hanno sentito soltanto nominare. Marrageddon invece sarà qualcosa di molto più ampio, generazionale e trasversale allo stesso tempo, e qualcosa che in Italia non si è mai visto. E potrebbe diventare, trapela tra le righe, un appuntamento annuale.
Chiudiamo con due considerazioni: la prima è la generosità di Marracash, certo artista dal grande ego e dalla grande ambizione, ma sempre, costantemente capace di aprire degli spazi e di portarci dentro gli altri, di ampliare il discorso, di condividere la scena e creare quindi scena e cultura. Ci aveva provato ai tempi di Roccia Music, con dischi e concerti collettivi di grande intuizione ma certamente, a bilancio storico, prematuri nei mezzi e negli uomini. Ci riprova ora, e questa volta non abbiamo dubbi sul successo annunciato della sua creatura, perché sicuramente il panorama è cambiato, ma se è cambiato è anche grazie a uno come lui che ha messo basi solidissime per la cultura hip hop nel nostro Paese. La seconda considerazione, visto che in conferenza stampa si è citato un altro appuntamento già storico dell’estate italiana, il Jova Beach Party, è che certamente le formule sono diverse e gli artisti distanti tra loro, ma vista la bontà delle idee e la grandezza delle line up e numeri alla mano, in Italia gli artisti bravi e ambiziosi sono capaci di andare oltre i confini di ciò che è consolidato e “solito”. E non è poco. Non vediamo l’ora che sia settembre.
01.05.2023