Giordano Sangiorgi rappresenta il classico soggetto animato da quella spinta di passione per la musica capace di superare mille ostacoli. Romagnolo purosangue, è uno dei più autorevoli portavoce nei tavoli istituzionali del mondo indipendente ed emergente. Lui e il suo staff in 25 anni di onorata carriera hanno raggiunto, e soprattutto fatto raggiungere a tanti artisti, indiscutibili risultati. Ed i numeri rappresentano bene questa realtà: oltre 1 milione le presenze indicative di partecipanti al MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti, divenuto un importante punto di riferimento del settore discografico; 10 mila gli artisti e le band che ne hanno assaggiato i palchi, 5 mila gli espositori presenti, 1000 tra incontri e convegni, 100 call internazionali, ne fanno un evento che riesce a coinvolgere, senza discriminazioni di genere e senza alcun snobismo, coloro che hanno la giusta volontà e determinazione nel voler proporre la propria musica.

Il MEI oggi registra numeri importanti, ed è ormai un’istituzione del sistema musicale italiano. Ma non è sempre stato così, immagino.
Assolutamente. I risultati ottenuti in tanti anni non rispecchiano in pieno le difficoltà iniziali, e la fatica affrontata nel superare uno scetticismo granitico da parte degli addetti del settore e delle istituzioni, che in parte tutt’oggi faticano a cogliere l’importanza di questa scena, i suoi obiettivi e soprattutto la grande opportunità di sdoganare la musica italiana e supportarla.
I risultati raggiunti sono comunque sotto gli occhi tutti. Quali ritieni possano essere i più evidenti?
Gli esempi sono innumerevoli, ma posso citarne alcuni dei più recenti che non hanno bisogno di presentazioni. Pensiamo a Diodato che ha esordito al MEI nel 2007 e lo scorso anno ha vinto Sanremo ed ora è all’apice del mainstream, oppure il successo che riscontrano nomi come Gazzelle e Fulminacci, tanto per citare i due più noti esponenti del post-Calcutta. Il caro e classico rock, che sembrava ormai al capolinea e relegato a gruppi storici come gli Afterhours, pare abbia ripreso vigore grazie ai Maneskin, che hanno esordito qui a Faenza nel 2016.
La scena elettronica emergente italiana pare abbia un sottobosco particolarmente florido in questo periodo. Avete significative adesioni e contatti da parte di artisti di musica dance, techno e affini?
Abbiamo rilevato una crescita ed un interessante aumento di segnalazioni negli ultimi tempi. Diciamo che da noi l’elettronica trovava spazio in primis quando legata al modello canzone, ma pare che il vento stia cambiando.
Puoi farci qualche esempio?
In genere non segnaliamo nomi, diciamo che c’è una forte crescita di attenzione da parte dei più giovani verso la musica elettronica e le sue derivazioni rispetto ad un tempo, ma soprattutto sta accadendo qualcosa di molto interessante…
Ovvero?
Notiamo un aumento soprattutto della figura del dj producer, un tempo totalmente assente nel mercato indie.
Parlando di cifre, sapresti darci un valore relativo alla musica elettronica indipendente in questo contesto attuale?
Considera che il materiale di genere elettronica che riceviamo si aggira attorno ad un 15% – 20% del totale. Non è assolutamente poco se consideriamo che nell’attuale fase tutti gli arrivi, le news, le segnalazioni sono legate per la stragrande maggioranza all’attuale scena it-pop e trap, anche se in calo di interesse.
Probabilmente è un’onda che ha raggiunto con troppa voracità e velocità il mercato?
È probabile. Un’altra percentuale intorno al 10% è legato alle produzioni di storici artisti della scena indie pop rock e tutta la restante parte è composta da canzone d’autore, folk, jazz e world music.

Come siete strutturati all’interno dell’organizzazione e quali sono le attività prioritarie della struttura?
Il MEI è strutturato con cinque collaboratori fissi che seguono le attivita’ annuali della manifestazione con particolare riferimento alla parte organizzativa e amministrativa, on line e social, di scouting e diritti e di coordinamento della filiera della musica e spettacolo dal vivo indipendente, oltre ai continui e stretti rapporti con le istituzioni, soprattutto in questo ultimo anno di Covid 19. Intorno a noi inoltre c’è una fitta rete di collaboratori fatta dai giornalisti dell’Agimp, dalle indie di AudioCoop, dai festival e contest della Rete dei Festival e di tante altre reti e dagli artisti indipendenti ed emergenti legati ai nostri circuiti.
Cosa deve fare un artista elettronico per poter promuovere il proprio lavoro tramite i vostri canali?
Contattarci direttamente attraverso la mail del sito meiweb.it e proporsi. Ogni settimana proponiamo una classifica di gradimento del mondo alternative al mainstream produttivo che segnala 300 singoli a settimana, a dimostrazione che vogliamo dare una mano a tutta la scena indipendente ed emergente italiana senza escludere nessun genere.
Cosa dobbiamo aspettarci dal Meeting MEI di quest’anno vista la situazione pandemica?
Innanzitutto di realizzarlo e di ritrovarci quindi dal 1° al 3 ottobre a Faenza a riabbracciarci ascoltando la migliore musica indipendente del nostro paese. L’anno scorso abbiamo premiato come migliori artisti indipendenti dell’anno il duo Colapesce & Dimartino, ancora sconosciuto ai più e oggi sugli scudi grazie al bellissimo brano proposto a Sanremo. Già realizzare la ventiseiesima edizione di quella che è la più grande e importante piattaforma di lancio e di scouting della nuova musica italiana indipendente ed emergente credo rappresenti il miglior segnale per tutti.
19.04.2021