Meta ha annunciato che cambierà il modo in cui artisti e titolari dei diritti musicali vengono pagati da Facebook e passerà a un modello di compartecipazione alle entrate per i contenuti video generati dagli utenti, sebbene non abbia condiviso in realtà tutti i dettagli. Nel nuovo sistema, i produttori di video che utilizzano musica con licenza di oltre 60 secondi su Facebook riceveranno una quota del 20% di qualsiasi introito pubblicitario generato dalle loro stesse clip.
Una quota separata, presumibilmente il restante 80% delle entrate pubblicitarie, verrà divisa tra gli aventi diritto e Meta. Tuttavia, non è stato confermato come e in che misura tali entrate verranno suddivise. Diversi rappresentanti preposti a curare le relazioni esterne e molti portavoce di Meta hanno rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti “a causa di accordi di riservatezza con i propri partner”.

Facebook ha affermato che a questo punto sarà più facile per i produttori monetizzare i loro video (e la loro musica di conseguenza) che utilizzano musica con licenza se tratti da una selezione di artisti famosi ed emergenti (come Post Malone, Tove Lo, Bicep). Meta offrirà sia ai produttori che agli aventi diritto della musica un nuovo modo per guadagnare denaro attraverso il popolare social.
Lo strumento di abbinamento di video, audio e immagini che Meta ha sviluppato per aiutare i proprietari di contenuti a proteggere i propri diritti e gestire i propri contenuti su larga scala è frutto di uno studio che va avanti da anni. La nuova funzionalità è resa possibile dalle partnership che Meta ha con i maggiori rappresentanti dell’industria musicale ed è il primo del suo genere a essere adottato sul versante dei social. Il nuovo sistema non influirà sui video musicali ufficiali tutelati da licenze e non influisce sui contenuti su Instagram.
Intanto, ecco Music Revenue Sharing, un nuovo modo di condividere i ricavi pubblicitari con la comunità dei creators, reso possibile dall’utilizzo dello strumento Rights Manager, che Meta ha sviluppato per consentire agli aventi diritto di gestire i propri contenuti protetti da copyright mediante una tecnologia di riconoscimento di audio, video e immagini. Qualcosa che evidentemente assomiglia al Content ID che da anni è usato da YouTube.
01.01.2023