• SABATO 25 MARZO 2023
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Milano come il Sónar, come Berlino, come Ibiza

In un'estate italiana ricchissima di appuntamenti di qualità, Milano ha messo in scena in pochi giorni molti pesi massimi della scena mondiale. Anzi, di tante scene mondiali diverse

Foto di Michele Castana

Esagerato? Forse. Ma permettetemi di sfoggiare un titolo perentorio e orgoglioso. Siamo passati attraverso un weekend così ricco di musica che un po’ di entusiasmo e di sano campanilismo è inevitabile. Ma non è un campanilismo strettamente milanese: spesso tanti nostri lettori ci scrivono sottolineando come la città lombarda sia il “centro del mondo” per la musica in Italia, ma è ciò che succede ovunque, per forza di cose: Londra, New York, Berlino, Barcellona, Sydney, Los Angeles… i fattori in campo catalizzano i grandi eventi verso luoghi ben precisi. In Italia possiamo dire che ci aspetta un’estate fantastica un po’ dappertutto: la Puglia ha Gallipoli, Praja, Guendalina, Il Grido, e poi VIVA Festival, Locus, POLIFONIC. A Torino il Kappa Futur Festival sta per ospitare un’edizione da record. Riccione e la Riviera sono in grande spolvero. Senza contare eventi già passati come Nameless, boutique festival come Ortigia Sound System o Musical Zoo, grandi certezze come Home. Ma a Milano il weekend appena trascorso ha catalizzato il meglio di diverse scene, con una proposta degna delle grandi capitali della musica. E pazienza se toccherà essere milano-centrici o fare paragoni grossi. Se non celebriamo noi per primi quanto di bello avviene dentro i nostri confini, difficilmente lo faranno gli altri.

130 si vola!
Di Martin Garrix abbiamo già parlato diffusamente, spendendo le parole adeguate per un artista che ormai ha sfondato il muro della console per diventare a tutti gli efeti un teen idol e una popstar di dimensioni planetarie. Aggiungo solo che è molto bello vedere un dj in cartellone in una rassegna che durante l’estate porterà a Milano giganti come Iron Maiden, Justice, The Chemical Brothers, Caparezza, Robert Plant. E che – dati ufficiali – questo dj è uno dei maggiori successi del suddetto cartellone.


ANTS @ Social Music City

Altro giro, altra corsa. È sabato e il sabato milanese per molti significa Social Music City: appuntamento fisso con il meglio dal pianeta techno e dintorni. ANTS è una delle feste più importanti dell’Ushuaïa di Ibiza, e sbarca al SMC con una line up ghiottissima: Patrick Topping, Serge Devant, e gli eccezionali b2b tra Davide Squillace e Butch e tra DJ Tennis e Damian Lazarus. Accoppiate azzeccatissime, assortimento perfetto. Se rispetto al solito pienone si avverte a occhio una lieve flessione nel numero di spettatori (nulla di drammatico, intendiamoci: un piccolo calo fisiologico che ci sta, considerando il caldo, la fine delle scuole/università e i primi gruppi di vacanzieri fuori città, ma la foto qui sopra parla chiaro su un’ottima affluenza di persone) la musica è davvero di alto livello, con i b2b molto gustosi e convincenti e un Topping in formissima. Anche qui, Milano vince e vince la musica. Oltre al pop colorato di Garrix, c’è ampio spazio per la techno, seguitissima ormai da un pubblico anche modaiolo e supercool.

Astro Festival
Diverso il panorama e diversa l’attitudine dietro ad Astro, un festival di una sola sera al Circolo Magnolia, che ha messo sul palco Jon Hopkins, attesissimo, e poi assi come George FitzGerald, Âme e Boys Noize, accanto a nomi decisamente più alternativi come Ross From Friends, Herva, Indian Wells. Anche qui un successo di pubblico, con Hopkins grande protagonista grazie a un live mostruoso, compatto, di enorme impatto audiovisivo. Una scaletta perfetta, avvolgente, capace di catapultare tutti in una dimensione assolutamente lontana dalla realtà. E con l’impianto del Magnolia che per una volta non risente dei pesanti limiti di decibel imposti dalle autorità ma ci fa godere appieno del sound. A margine, da segnalare un ottimo set di FitzGerald e della cantante che lo accompagna, e un Indian Wells in forma e sensibile nel cogliere il momento “chill” sul suo stage. Un successo. Il successo di un altro modo di vedere la musica, diametralmente opposto a quello di Garrix e della sua imponente macchina scenica, ma un successo tangibile che ci mette davanti al fatto che esiste un pubblico, numeroso, per questo tipo di musica. E non è finita qui.


Terraforma

Last but not least, Terraforma. Festival anomalo sotto molti aspetti, che – ammetto – quest’anno attendevo al varco. Perché se nelle primissime edizioni aveva stupito per diversità della proposta musicale e scenografica, sembrava essersi assestato su un proprio mood. Invece ha rilanciato con un’edizione favolosa. La location è la consueta, Villa Arconati, con annesso bosco, fuori Milano. Luogo ameno e bucolico che richiede una certa delicatezza di gestione. Quella delicatezza che Terraforma riesce a portare, con una line up che va da Jeff Mills (perfetto il suo set venerdì sera, un viaggio verso il cuore della notte) a Donato Dozzy, fino all’ottimo Vladimir Ivkovic domenica pomeriggio e al set/installazione dei Vipra, collettivo romano che da Tor Pignattara passa da Terraforma prima di approdare al MoMA di New York, e scusate se è poco. Il tutto immerso nei percorsi con le installazioni e una scenografia curata ed eco-sostenibile. Ancora, un pubblico diverso per accontentare gusti diversi. Con grande percentuale di spettatori stranieri e una certa propensione a chi ama le cose davvero all’avanguardia. Avremo modo di approfondire.

L’erba del vicino è sempre più verde
Quasi sempre. Se è vero che Milano non è una certina tornasole al 100% attendibile di ciò che avviene nel Paese, sicuramente un weekend come questo mette l’Italia al centro della mappa mondiale della musica elettronica. Siamo sempre troppo bravi a elogiare quanto di buono succede fuori, spesso con ottima ragione, a volte con un filo di esterofilia immotivata. Proprio al Sónar, chiacchierando con un paio di persone che lavorano nel nostro mondo ad alti livelli da molto tempo, era uscita questa frase: “beh, dall’estero ci beviamo qualsiasi cosa come fosse oro, in Italia ci facciamole pulci su tutto”. Nulla di più vero. Non prendetemi per un campanilista ultrà; sono il primo iper-critico su tutto e tutti. Ma visto come in pochi chilometri quadrati e in poche ore si possa vedere e sentire tanta qualità a due passi da casa, non dimentichiamoci che anche il nostro praticello può essere molto verde e molto rigoglioso.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
02.07.2018

 

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Albi Scotti
Giornalista di DJ Mag Italia e responsabile dei contenuti web della rivista. DJ. Speaker e autore radiofonico.

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