Tra le nazioni che stanno guadagnando posizioni nel ranking mondiale dei festival con protagonista la musica elettronica, il Portogallo occupa decisamente un posto di rilievo. Già sede del BPM prima del lockdown, pronto ad ospitare l’anno prossimo Sónar, Electric Daisy Carnival e Neopop, da mercoledì 6 a domenica 10 ottobre è stato il turno di MOGA, svoltosi in quel di Caparica, a pochi chilometri da Lisbona. Una nuova location per un festival nato ad Essaouira, in Marocco, dalle parti delle dune dove si è girata la serie tv di culto Il Trono Di Spade, e dove tornerà l’anno prossimo, senza per questo abbandonare il Portogallo.
“MOGA è nato nel 2016, con l’idea di creare un boutique festival capace di radunare dj e pubblico da tutto il mondo – spiega Matthieu Corosine, uno dei fondatori di MOGA – la nostra idea è quella di sviluppare qualcosa che vada oltre la dimensione musicale. Ogni edizione cerchiamo di proporre contenuti culturali, sportivi e enogastronomici: il nostro modello assoluto è il Burning Man, l’intento è quello di miscelare popoli e culture, richiamandoci all’universo hippy, così come a breve lanceremo una nostra etichetta discografica”.

MOGA ha proposto dj quali Berhouz, DJ Tennis e Agoria, in location che avevano come sfondo l’oceano Atlantico, alternando boat party e beach club quali Bohemian e Praia Irmao, aiutati dal clima che in pieno ottobre consentiva ancora di girare in bermuda, polo o t-shirt ed infradito. Musica prettamente house e tech-house, senza mai scendere né salire troppo di ritmo, ideale sia al tramonto sia a mezzanotte, valida per l’ascolto in spiaggia ma soprattutto per ballare con il favore delle tenebre. Una combo nel complesso perfetta, alla quale hanno contribuito i prezzi più che abbordabili di hotel e ristoranti: così si spiega perché il Portogallo sia una meta sempre più preferita dai clubber europei.

Merito di scelte strategiche e sinergiche molto chiare, sempre e comunque con il prezioso supporto delle Istituzioni e l’altrettanto prezioso contributo degli sponsor. Non si inventa nulla, nel mondo dei festival: basta capire e far capire che non bastano una location, una line up e quattro effetti speciali. Adesso che si sta tornando ad una sorta di normalità anche nel nostro settore, che il messaggio sia chiaro: un party, un locale, un festival non devono puntare soltanto o esclusivamente sui guest. Si deve essere in grado di far vivere un’esperienza, per la quale valga la pena andarci a prescindere, per poi raccontarla con il giusto entusiasmo sui social e ai propri amici.
25.10.2021