“Strappato dai propri affetti familiari, a causa di breve ed improvvisa malattia non collegata alla recente epidemia, in data odierna alle ore 12.00, è venuto a mancare Riccardo Cioni. Ne danno notizia la moglie, il figlio, i cognati e i nipoti tutti”.
Questo il testo del post, pubblicato su Facebook nel primissimo pomeriggio, che ha confermato la tristissima notizia che da un paio d’ore stava iniziando a rimbalzare tra le chat di tanti addetti ai lavori: il dj e musicista toscano Riccardo Cioni è morto oggi – giovedì 7 gennaio 2020 – all’età di 66 anni.
Cioni faceva parte di quegli artisti che hanno contribuito come pochissimi altri alla nascita e allo sviluppo della figura del dj in Italia, un pioniere, uno dei primi dj capaci di diventare un riferimento per chi volesse andare in discoteca, di spostare davvero il pubblico da un locale all’altro con la sua musica, di essere richiestissimo per le sue “cassettine”, i mixati delle sue serate, che venivano registrate e che andavano letteralmente a ruba. Iniziò come bassista nel gruppo livornese I Quattro, per poi appassionarsi alla musica dance ed al mixaggio. Ebbe il tempo e la capacità di creare anche una vera hit, “In America”: era il 1982, davvero un brano che anticipò tante tendenze e mode che poi sarebbero arrivate un po’ ovunque. Cioni era tutt’oggi un dj molto seguito, con le sue selezioni dedicate in particolare alla musica anni ’70 e ’80.
Colpito dal Covid, a Natale aveva ringraziato sui social il personale dell’Ospedale di Livorno per “l’impegno, la professionalità, la dedizione e la cortesia dimostrate in questi giorni. Con la promessa che, quando l’emergenza Covid sarà alle spalle, organizzerò un evento per ringraziarvi personalmente”. Non ce n’è stato il tempo. Ed è un gran peccato.
07.01.2021