• SABATO 25 MARZO 2023
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È morto Franco Battiato

Semplicemente, uno dei più grandi cantanti e musicisti di tutti i tempi. E non ci riferiamo solo all'Italia. Battiato è stato un innovatore assoluto, uno spirito libero che ha sempre affrontato, inteso, interpretato la musica come materia senza barriera, senza confini, fluida.

La notiza è arrivata, e subito confermata, questa mattina, pochi minuti fa. È morto Franco Battiato. Semplicemente, uno dei più grandi cantanti e musicisti di tutti i tempi. E non ci riferiamo solo all’Italia. Battiato è stato un innovatore assoluto, uno spirito libero che ha sempre affrontato, inteso, interpretato la musica come materia senza barriera, senza confini, fluida. Un luogo dove l’orchestra può incontrare i sintetizzatori, la drum machine il violino, la canzone iper-pop un testo impegnato e viceversa.

Ciò che ha reso così grande Battiato (oltra alla musica, ovviamente) è stata la sua immensa aura, qualcosa di indefinibile nel concreto, ma che gli valeva l’appellativo di Maestro che tutti gli riconoscevano così, in modo naturale, colleghi e fan, musicisti e giornalisti, discografici e critici. Capace di essere incredibilmente provocatorio e snob in alcuni suoi versi, riusciva ad essere contemporaneamente popolare e nazional-popolare: le sue canzoni sono state ballate e ballabili, remixate, reinterpretate, rifatte a uso e consumo di dancefloor. E lui stesso si è cimentato in moltissime occasioni con l’elettronica, dal synth pop alla sperimentazione più avanguardistica. Non a caso il suo progetto Joe Patti’s Experimental Group era stato portato in tour anche a Club TO Club, festival simbolo della musica elettronica più alternativa d’Italia.

Franco Battiato aveva 76 anni, la sua salute era peggiorata da qualche tempo e la notizia era trapelata. Il cantante si era ritirato infatti dagli impegni pubblici, dopo una carriera che l’ha visto evolversi dagli esordi dei primi anni ’70 con ‘Fetus’ e ‘Pollution’ al successo, enorme, a cavallo di fine ’70 e della prima parte degli anni ’80: ‘L’Era del Cinghiale Bianco’, ‘Patriots’, il best seller ‘La Voce Del Padrone’ del 1981 che è diventato uno dei dischi più importanti della storia della musica italiana, un gioiello perfetto di pop in equilibrio tra leggerezza e grandiosità di scrittura e produzione (quarant’anni fa come oggi). E poi una produzione che ha scavalcato i generi con una libertà e una curiosità assolute, ancora più incredibili se pensiamo a un autore rimasto sempre e comunque tra i più amati dal pubblico e tra i più venduti, con una rinnovata vena elettronica soprattutto in un altro grande successo della sua carriera, quel ‘Gommalacca’ del 1998 trascinato dalla massiccia ‘Shock In My Town’. Una produzione a cui Battiato ha accostato anche la scrittura di opere come ‘Genesi’, ‘Gilgamesh’ fino all’ultima ‘Telesio’ del 2011, e una quantità infinita di uscite dal vivo con soluzioni che sono andate dalla classica band pop/rock all’accompagnamento elettronico di synth e sampler all’orchestra classica.

Era un appassionato vero, di vita, di musica, di letteratura, un’anima curiosa con i gomiti sempre, perennemente appoggiati a finestre che guardano su mondi altri: altre culture, altre gramatiche musicali, altro dal consueto e dal banale. Un Maestro, certo. Non solo per la sua enorme, impareggiabile genialità musicale, ma anche per questa sua innata propensione alla curiosità, un tesoro che dovremmo tutti studiare, imitare, fare nostro. Battiato ci ha fatto vivere meglio. La sua musica continuerà a farlo.

Addio, Maestro.

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Albi Scotti
Giornalista di DJ Mag Italia e responsabile dei contenuti web della rivista. DJ. Speaker e autore radiofonico.

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