• SABATO 30 SETTEMBRE 2023
Interviste

“Nameless Festival è al 30% di ciò che può diventare”: parla il CEO Alberto Fumagalli

Abbiamo raggiunto Alberto Fumagalli, il CEO di Nameless Festival che ci ha spiegato come è nato il festival, ci ha raccontato la sua visione, questa edizione e ci ha dato alcune anticipazioni sul futuro

Foto: ufficio stampa

Nella discussa e come sempre amata edizione 2023, Nameless Festival ha festeggiato il decimo anniversario. Confermandosi come uno degli eventi più rilevanti in Italia e non solo (trovate qui il nostro racconto), è riuscito a coinvolgere circa 90mila partecipanti grazie a tre giorni di divertimento con una line up eterogenea portando addirittura Annone di Brianza nella classifica delle mete più apprezzate di Airbnb. Il fondatore e “capo” del festival è Alberto Fumagalli e lo abbiamo raggiunto per conoscere la sua visione e i progetti per il futuro del festival.

Com’è nata l’idea di Nameless nel 2013?
Ho sempre organizzato eventi. Nel 2012 ho voluto organizzare un festival, quasi senza sapere cosa volesse dire. Insieme alla mia produzione abbiamo dato vita al primo Nameless l’anno successivo. La nostra visione è cambiata spesso nel tempo, infatti siamo partiti con un’idea, ma oggi il nostro obiettivo è un altro.

Dopo Lecco e Barzio siamo alla terza location. L’anno scorso si potrebbe definire di transizione. Come ti trovi ad Annone di Brianza adesso?
Lo scorso è stato un anno di transizione, quest’anno invece si è visto finalmente il vero obiettivo. Vogliamo un posizionamento diverso dal concetto di “discotecona outdoor”. E passo dopo passo, grazie anche allo spazio a nostra disposizione, credo che ci stiamo riuscendo.

Parli di obiettivo. Puoi chiarire cosa intendi?
A noi piace sperimentare. Quest’anno abbiamo tolto “music” dal nostro nome rimanendo Nameless Festival. Questo non perché la musica passi in secondo piano, ma perchè non vogliamo “accontentarci” e vogliamo offrire una vera e propria esperienza. Credo che sia stato capito dal nostro pubblico. Quest’anno abbiamo avuto Paul Kalkbrenner, un artista che ho voluto fortemente anche per intraprendere una strada nuova con uno dei nomi più importanti della scena mondiale. Nonostante ciò, il venerdì è stato il giorno in cui abbiamo venduto meno biglietti. Questo vuol dire che forse la nostra visione e il nostro obiettivo di regalare un’esperienza a 360 gradi sia stato recepito con maggior valore rispetto alla line up in sé.

Com’è andata questa edizione? Qual è la cosa che ti è piaciuta di più e di cui sei più orgoglioso e cosa invece ti ha deluso?
C’è stato senza dubbio un grande cambio di passo. A livello di line up ero cosciente della direzione che stavamo intraprendendo e sono molto contento del risultato. Ma sono ancora più orgoglioso di essere riuscito a fare capire la nostra visione al pubblico. Però siamo andati incontro ad alcune difficoltà, essendo stati carenti in certe attività come il food and beverage per le quali abbiamo sbagliato le stime di previsione. L’anno prossimo sarà però quello del consolidamento e non della crescita, grazie a un’analisi precisa e puntuale, per non essere impreparati, anche grazie al form fatto compilare agli utenti con i vari suggerimenti in modo da garantire un’esperienza sempre migliore. Anche a livello viabilistico stiamo già preparando dei piani che possano aiutare le autorità ad esempio decentralizzando i parcheggi. Stiamo anche cercando di trovare una partnership in modo da avere più navette possibili disponibili e migliorare il servizio.

Foto: Francesca Binda

Qualche giorno fa sono usciti i dati di Airbnb e Annone di Brianza è al decimo posto delle mete di tendenza per gli italiani in vacanza. È un dato che fa riflettere.
Sì, sono usciti i dati del primo trimestre e io non posso che essere felicissimo. E spero che il paese possa essere in questa classifica anche nel prossimo. Credo che il “nostro” ramo del lago abbia un potenziale espresso al 10%, e che possa essere una meta accessibile anche ai giovani. Voglio che Nameless Festival abbia una rilevanza anche sociale e che riesca a dare visibilità a un’area che non ha niente da invidiare alle altre del lago di Como. Tutta la zona è ricca di opportunità per visitare luoghi bellissimi a due passi da Milano e dalla vita frenetica. Il nostro festival ha bisogno sempre più di questo scenario anche per visibilità e credibilità.

Come ti senti ad aver creato uno degli eventi più importanti del panorama italiano e ormai internazionale?
Per certi versi non ho mai realizzato cosa ho fatto. Mi sono sempre impegnato per fare della mia passione e dei miei sogni un lavoro. Mi reputo fortunato per esserci riuscito, o meglio, quasi riuscito, perché non sono “arrivato”. Nameless Festival è ora solo il 30% di ciò che vorrei farlo diventare. Sono orgoglioso di ciò che il festival è e per tutto ciò che abbiamo fatto. Uso il plurale perché senza la mia produzione non sarebbe stato possibile nulla. Quasi tutti i ragazzi che ne fanno parte “arrivano dalla nostra cantera” e ci sono da sempre. Sono stati tutti protagonisti.

Foto: Francesca Binda

Qual è il ricordo che porti più nel cuore di questi dieci anni?
Credo che uno dei ricordi ai quali sono più affezionato sia quando nel 2013, guardando il montaggio dell’aftermovie, ho visto un ragazzo ballare e divertirsi nel fango. In quel momento ho capito che nonostante le difficoltà avremmo dovuto continuare e ripartire.

Quest’anno è stato straordinario con nuove implementazioni e tante novità. Avete già in mente altro per il prossimo? Qualche spoiler?
Abbiamo iniziato a pensare all’edizione del 2024 già mentre montavamo i palchi quest’anno. La conoscenza perfetta della location è importante, soprattutto se si ha uno spazio sterminato senza quasi nessun tipo di vincolo come noi. Avere tantissima libertà infatti ti pone di fronte a mille scenari differenti di produzione, e bisogna studiare attentamente e poi metterli in atto perché molti fattori si possono misurare fisicamente solo quando si va ad agire materialmente. Nel 2024 andremo ad affinare diversi aspetti cercando di raggiungere una maturità ancora maggiore. Già a settembre cominceremo con alcune comunicazioni al pubblico per illustrare le novità e le modifiche.

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