Proprio nell’ultimo numero cartaceo di Dj Mag Italia abbiamo riportato le risposte dei protagonisti della Top 100 alla fatidica domanda “la vita in tour mina la sanità mentale?”. Le risposte sono state molteplici, ma in fin dei conti si sono riassunte in “sì, se la vivi male”. Buona alimentazione, evitare consumo eccessivo di alcol e cercare di dormire il più possibile sono sembrati i consigli più gettonati, però non sempre questo può bastare. Per esempio Armin Van Buuren ha detto di essersi rivolto ad un esperto per gestire al meglio la propria psiche durante le tappe serrate della vita in costante spostamento, ed è riuscito a tenere saldamente le redini dopo qualche periodo di confusione. Altri invece non ce l’hanno fatta, e hanno dovuto abbandonare la tour life, come nel caso di uno dei due componenti dei Blasterjaxx, di cui vi abbiamo già parlato. E’ naturale che osservando la vita di un dj superstar le prime cose che saltano all’occhio siano i mastodontici cachet, le auto da corsa, le celebrities con cui si relazionano e gli studi da centinaia di migliaia di euro; tuttavia, come tutti i personaggi che vivono costantemente sotto i riflettori e con un certo carico di aspettative addosso, questa vita luminosa cela aspetti oscuri che dal nostro punto di vista ci riesce difficile considerare a primo acchitto. Dopo tutto, sono esseri umani esattamente come noi, e per quanto possano sembrare disinvolti e divertiti in tutto ciò che fanno, ogni piccolo gesto nasconde pratica, convinzione, lavoro di squadra e così via.
L’ultimo caso è quello di Nicky Romero. Il produttore olandese nonché padre di Protocol Recordings si è recentemente aperto al popolo di Facebook riguardo la sua prolungata assenza dalla scena produttiva nel 2015 (una sola release). Nel testo da lui pubblicato sul social descrive la vita di un artista come investita di un “flusso”, composto da persone positive ed esperienze memorabili che vanno a produrre costante ispirazione per andare avanti, cercare di far meglio e continuare ad offrire la propria arte ai fans di tutto il mondo. Questo “flusso”, che potremmo definire come un mood positivo, può venir meno se afflitto da stress, carenza di sonno e pressione costante. Questi fattori, oltre ad alterare questo mood, hanno finito con l’accostare alla vita di Nicky una continua dose di ansia, che si è prolungata per quasi tre anni precludendogli il lavorare con serenità. L’olandese parla poi di diversi consulenti a cui si è affidato senza risultato, prima di trovare la sua salvezza in una lettura in cui si è imbattuto online. Con l’aiuto di questa, si è reso conto di quanto in realtà non fosse lui il problema ma alcuni modi di porsi su cui doveva semplicemente lavorare un po’. Risultato? Tanta carica positiva per il 2016, l’anno in cui (speriamo) si avverrà il riscatto di Nicky Romero. Per il momento, la prima mossa è una release in collaborazione con il duo Stadiumx.

17.11.2015