Non mi piacciono molto i titoli che dicono tutto. Ma questo estremo riassunto di ciò che state per leggere era necessario per introdurre una piccola cronaca di un venerdì sera a Milano, con una breve riflessione in coda.
Lo scorso venerdì 30 novembre al Circolo Magnolia, dietro Linate – club di cui parliamo spesso e meritatamente, vista la programmazione di qualità e spesso coraggiosa – è arrivato il dj set di Noisia, fisicamente nelle mani di Martijn van Sonderen che era in consolle a rappresentare il trio. Un mio amico di vecchia data, con cui ho condiviso anni fa (e per un po’ di anni) un progetto artistico e discografico, e con cui condivido molto amore per la musica, mi convince ad andare alla serata. Non che ci abbia messo molto: sono bastate due parole e l’idea di una bella rimpatriata in nome di una serata a base di drum’n’bass e dintorni per farmi dire di sì. Ma le mie aspettative erano più che altro di curiosità: cosa suonerà? Sarà un set stanco e col pilota automatico? Sarà sorprendente? Che tipo di pubblico va a vedere una serata come questa, in una città iper-cool che vive di ricambio e sensation continui?
Le risposte sono esattamente quelle che sgretolano tutta la coolness di cui sopra. Il club era pieno di gente, ragazzi giovani ma non troppo, diciamo una media di età universitaria, 18-25. Zero pose. Pochi telefoni al cielo. Pochi abiti fighetti e poca instagrammabilità. Invece, tanta voglia di stare in mezzo a saltare, ballare, diversi moshpit davanti. Tutte le ragioni per cui vale la pena scrivere un articolo sulla serata. Il set è devastante, ci sono tutte le sfumature della d’n’b dal suono più digitale, con dosi abbondanti di synth electro e ritmi che spesso e volentieri si allontanano dal classico schema del genere per arrivare alla cassa dritta – e siamo in zona semi-gabber – o andare su sincopi davvero particolari. Un’ora e mezza molto gustosa, e lo dico non essendo un grandissimo fan della drum’n’bass. In chiusura, compare il giro di ‘Voodoo People’ ed è il delirio, perfetta chiusura del cerchio. Interessante notare la presenza in pista di molti insospettabili producer milanesi, peraltro di ultima generazione e peraltro molto più mainstream. Ma tanto, ormai le carte sono mischiate, bello e giusto così. Meno male.
Quindi, un successo. A fronte di molte serate pompate come la figata dell’anno perché legate ai giri giusti, quelli che si gonfiano il petto sul web, qui di hype ce n’era poco, zero. Non era la serata “to be”, e forse proprio per questo lo è stata. Perché senza fronzoli, senza menate, è stata una serata dove il pubblico era richiamato proprio dall’artista, e non da quanto facesse figo essere lì per sbandierarlo sui social. Una serata con il dancefloor umido, la pista sudata, in cui si è fatto tardi senza badare all’orologio. Il clubbing dovrebbe essere sempre questa roba, lo spirito giusto è quello che ha portato Noisia al Magnolia. Lunga vita.
05.12.2018