Il produttore milanese torna con un tris d'assi: Ghali (con cui ha fatto pace), Thasup, e Fabri Fibra
Poche certezze ci sono nel mondo dell’urban italiano, e l’amore incondizionato del pubblico per Charlie Chales è una di queste. Il genio che sta dietro le produzioni di maggior successo degli ultimi anni è infatti una figura estremamente riservata, schiva e che ama stare lontano dai riflettori. Proprio per questo ogni sua mossa è guardata con estrema curiosità. E mentre il nome di Charlie è associato alla creazione di dischi di Sfera, in realtà anche da solista il producer milanese ha sfornato alcune hit da decine di milioni di streaming: ‘Calipso’ e ‘Peace & Love’, senza dimenticare la iconica ‘Bimbi’.
In questo filone si inserisce il suo nuovo singolo ‘Obladi Oblada‘, realizzato in collaborazione con Ghali, Thasup, e Fabri Fibra. ‘Obladi Oblada’ è una hit dichiarata che accompagnerà l’estate di molti e che sicuramente si mette in lizza per il titolo di canzone dell’estate. Abbiamo incontrato Charlie Charles a pochi giorni della release per parlare del brano, del riavvicinamento con Ghali e di cosa chiede a se stesso e alla sua musica.
La cosa che mi sorprende sempre quando annunci di essere pronto alla release è l’attesa che circonda il progetto, sia esso un album o una canzone come in questo caso. Ti fa piacere? Senti una forma di responsabilità?
Sicuramente fa piacere e c’è anche un senso di responsabilità, ma verso me stesso più che verso gli altri, nel riuscire un’altra volta a fare una cosa che mi piaccia veramente. Questo è un po’ nel mio spirito, produrre musica che mi piaccia, e secondo me anche in questo caso sono riuscito a rispettare le mie aspettative, poi per quanto riguarda quelle degli altri, è impossibile.
Come mai sei tornato con un singolo e non con un progetto più ampio? Perchè anche questa è una scelta, immagino.
Avevo bisogno di sondare di nuovo il terreno dopo tanto tempo di fermo, anche se poi si tratta di un fermo relativo perchè comunque negli ultimi due anni ho rilasciato musica, non da protagonista ma da produttore, vedi ultimamente il brano con Tedua e Sfera, o Emis Killa e Salmo. In generale, avevo bisogno di chiudere un cerchio nella carriera di Charlie solista, e la necessità di pubblicare il brano deriva anche da questo, oltre che dal rimettere in moto la macchina.
Partirei dal titolo della canzone, che è un ovvio riferimento ai Beatles, che rapporto hai con la canzone originale?
Il titolo è uscito per caso durante la scrittura del brano. Tra l’altro la canzone originariamente non era neanche per me ma per Ghali, come era stato anche per ‘Calipso’ anni fa che sarebbe dovuto essere un pezzo di Mahmood, ed era rimasta nel cassetto in attesa di capire cosa farne. A me però piaceva molto e ho deciso di prenderla in mano, quindi ho deciso di chiamare Thasup e Fabri Fibra. Il titolo originale era ‘Ghetto Magico’, e l’ho cambiato in ‘Obladi Oblada’, da lì poi l’idea di citare i Beatles non solo nel testo ma anche nel titolo e nella copertina. E c’è una forma di coerenza anche nel brano, una strana forma di psichedelia, poi non mi voglio sbilanciare troppo, ma magari in una chiave più moderna anche loro avrebbero fatto un brano del genere.
Hai parlato di Ghali, inevitabilmente una domanda te la devo fare, perché sembrava che le vostre strade si fossero separate. Cosa vi ha spinto a tornare a fare musica assieme?
Non è che sembrava, è stato assolutamente così. Ci siamo rincontrati, prima umanamente che in studio, e da lì è scattata la voglia di riscoprirsi anche artisticamente. Così è nato anche questo brano. Però si, è la verità, per un po’ di tempo non abbiamo lavorato assieme.
Passando agli altri due protagonisti, cosa ti interessa di Fabri Fibra e cosa di Thasup?
Rappresentano tre generazioni. Thasup è un grande melodista e l’ha ampiamente dimostrato nel brano. Fabri Fibra è una leggenda del rap. Ed era curioso un confronto tra rapper anagraficamente lontani e con stili molto diversi su un’unica traccia. Questo mi ha mosso verso quella direzione, e penso che il brano non sia un collage ma anzi è ben amalgamato, ognuno di loro è rimasto sè stesso ma adattandosi agli altri.
ph. Roberto Graziano Moro_graphic Felipe Cardena
Guardandoti attorno adesso, c’è qualcuno o qualcuna a cui guardi e pensi ‘ecco, lui/lei sta facendo una cosa interessante’?
La mia ricerca della musica si è espansa molto, mi capita spesso di salvare nella mia playlist brani anche solo strumentali o musica più particolare. In termini mainstream, chi sta influenzando tanto il mercato e la discografia internazionale e anche le nuove generazioni è Rosalia. Grande artista, dire quasi alla Kanye West; parlando sempre della Spagna mi piace molto C.Tangana, e ovviamente il già citato Kanye. In generale ho spostato lo sguardo su cose anche più sofisticate, un po’ più ricercate, perché ho bisogno di un altro tipo di stimolo in questa fase della mia carriera e della mia vita.
Uno che mi ha colpito molto per il modo in cui è riuscito a espandersi e a cambiare è stato Lil Yachty, che ha fatto un ultimo disco in cui è riuscito a cambiare proprio la percezione della sua carriera
Sono molto d’accordo con la sua scelta, poi ti devo dire che a me il disco in se non ha entusiasmato, non lo definirei un bel disco, ma il coraggio che ha avuto di mettersi in gioco l’ho trovato ammirevole.
Tornando sul singolo, secondo me tu sei un producer che ha la possibilità di lavorare con artisti stranieri, perchè hai scelto di farlo solo con italiani?
Non ho veramente un grande fetish per gli artisti esteri, non è che non mi piacciano, però c’è questa rincorsa a voler fare il featuring internazionale a tutti i costi, e a me non interessa sinceramente. Forse dirò un’altra eresia, però io sono molto più contento di avere creato insieme a Ghali e Sfera le loro carriere piuttosto che un domani avere Travis Scott su una mia produzione. Forse è più facile far arrivare una produzione a Travis Scott che replicare quello che ho fatto io, e lo dico senza arroganza, sono proprio due mestieri diversi.
Prima parlavi di tastare il terreno, ci sono progetti a cui stai lavorando o come solista o dietro le quinte?
Come solista penso che questo sia l’ultimo progetto di Charlie, poi come producer sono al lavoro su altri lavori di cui non posso parlare, in generale sono sempre al lavoro.
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05.07.2023