[Le foto del pezzo sono di Simone Arena – Simpol-Lab]
Stefano Rapisardi è un nostro stimato collaboratore. Non è un giornalista, preferisce stare dietro le quinte, non ama mostrarsi, ma è tutti gli effetti “uno di DJ Mag”. E soprattutto, è un clubber sopraffino, con anni di esperienza nei migliori dancefloor italiani e internazionali. Rispettato da tutti noi redazione per la sua passione e conoscenza delle musica techno, ci ha accompagnato nella missione Kappa FuturFestival, senza le sovrastrutture giornalistiche, ma libero di muoversi per gli stage e ballare in pista i suoi dj set preferiti. Come da tradizione, gli abbiamo chiesto di dare dei voti ai dj, sentendosi libero di ascoltare il suo cuore. Il risultato è un quadro onesto e sincero del Kappa FuturFestival per cui – dice – nutre un particolare amore.
DAY 1
Carl Cox 7: non si risparmia mai, mai, mai!

Fatboy Slim 6: si adegua senza mollare il groove ma da lui ci si aspetta sempre e comunque altro.

The Black Madonna 8: funk, disco, techno. Ti porta dove vuole, ti ci ritrovi dentro e tu nemmeno te ne accorgi.

Kölsch 7,5: perfetto dopo The Black Madonna, ottima scelta Kappa!
Nina Kraviz 5: tracce chiuse, serrate, cupe a tratti. Poca “festa”, poco groove, troppo fredda.
Sasha e John Digweed 6: Kappa regala al suo pubblico un altro mood, un’altra musica, ma la riduzione dei decibel penalizza un set molto interessante.

Ilario Alicante 7,5: “Ilario facci divertire!”, e cosi è stato. La sua è techno da montagne russe.
Seth Troxler b2b The Martinez Brothers: 7,5. una vera festa! House da “palleggio” che non ti molla mai.
Jackmaster 8: il dj più divertente e ispirato del festival. Suona anche Lil Wayne, fate voi… Bravissimo.

DAY 2
Sven Väth 8: pieno controllo, insuperabile.

Carola Pisaturo 7: è il suo mestiere, con poche tracce attira l’attenzione del Burn stage.

Maceo Plex 8: eredita la folla calda di Sven, e se la tiene stretta fino alla fine. Mai banale, disegna traiettorie imprevedibili.

Âme 6: molto ritmo, troppe finezze per un pubblico “assordato” dalla luce del sole.

Tale Of Us 8: sono macchine da festival. Hanno capito come fare per non perdere la loro identità sonora anche di fronte ad un pubblico cosi vasto.

Paul Kalkbrenner 8: la sua fama lo precede, gioca un altro campionato. Monumentale.

11.07.2017