Si sono rincorsi rumors e false notizie fin dallo scorso 21 luglio, quando dopo la pubblicazione di diversi video sul profilo Instagram di Paul Johnson, alcuni siti americani avevano dato e fatto rimbazare per il web la notizia della morte dell’artista. Morte che purtroppo è arrivata davvero, oggi 4 agosto, comunicata sul profilo Facebook ufficiale del dj e producer di Chicago.
Paul Johnson è morto. Qualche settimana fa aveva appunto pubblicato un video in cui, intubato, annunciava di essere stato contagiato dal Covid-19, e di non stare per niente bene. Nei due video successivi vediamo le sue condizioni aggravarsi e lui stesso apparire sempre più affaticato e preoccupato. Oggi, la tragica news: Johnson è mancato. Annuncio che segue di poche ore quello di un’altra dj storica, la detroitiana K-Hand. Quasi una simbolica doppia dipartita dalle città della house e della techno. Nel suo caso, non si sanno ancora con certezza le cause del decesso.
Visualizza questo post su Instagram
Se Kelli Hand era considerata la Signora di Detroit, un’icona techno fin dagli anni ’90 (era un’epoca in cui era raro trovare donne in consolle e soprattutto in un ambiente come quello techno, dove era subito riuscita ad imporsi), Paul Johnson è un mito di Chicago, avendo pubblicato innumerevoli tracce su Dance Mania, label a cui era legatissimo e il cui sound era una simbiosi con il suo stile ghetto, e poi per molte altre etichette che hanno fatto la storia della house mondiale, tra cui la Cajual di Green Velvet.
Naturalmente, il grande pubblico internazionale lo ricorda per ‘Get Get Down’, hit del 1999 che travalicò i confini dei club per entrare nelle radio e nelle classifiche di mezzo mondo, perfetta colonna sonora estiva e classico divenuto nel tempo immortale, suonato dai dj da revival come da quelli house e techno, ancora oggi. In realtà, l’eredità di Johnson è molto più ampia: il suo stile ha scolpito un suono e un’estetica, influenzando moltissimi dj e produttori per oltre trent’anni.
Una storia tutt’altro che lineare, e una vita tutt’altro che rose e fiori, la sua: costretto in sedia a rotelle fin dal 1987, a causa di un colpo di pistola, ha subìto poi l’amputazione della gamba sinistra nel 2003, e della destra nel 2010. Perennemente in tour e in studio, Paul Johnson era inarrestabile. Questo maledetto virus ci ha portato via altri due miti, nel giro di poche ore.
04.08.2021