“We are the future live today”. Così recita in loop la voce che introduce il nuovo singolo di Axwell, “Barricade”, online da pochi giorni e già un successo tra i fan del produttore svedese. Un grande ritorno. Non che Axwell se ne fosse mai andato dalle scene, ma questa “Barricade” è qualcosa di diverso: diverso dalle ultime uscite di Axwell ^ Ingrosso, inni da festival per far decollare i main stage, e diverso dai singoloni dell’epoca Swedish House Mafia, quelli che hanno definito il suono EDM portando la dance ai vertici del pop.
Axwell ritorna a fare Axwell, e allo stesso tempo guarda al futuro. In “Barricade” ci sono echi delle produzioni made in Sweden degli anni pre-SHM, quell’electro energica e perfetta per i club grandi e piccoli, quel suono che va dritto al punto senza troppi compromessi e troppe premure di avere il vocal leccato. C’è la trap, nel break centrale, il suono che negli ultimi due anni ha dato nuova linfa alla dance mainstream; c’è soprattutto una voglia, o almeno questo leggo nel pezzo, di tornare a essere selvaggio, libero, scevro dalle logiche forti di un mercato pop con cui, per forza di cose, uno come Axwell deve fare i conti. Ed è proprio questo che porta la traccia nel futuro. Perchè se è vero che stiamo attraversando una golden age della dance, nei prossimi anni servirà restare ancorati alle radici, alla pista da ballo, perchè le mode cambiano, ma le mura sicure sono quelle del club, il posto da chiamare casa per ogni dj e ogni produttore. Certo, non siamo dalle parti della sperimentazione e il sound dello svedese non è nuovo o inedito – gli anni in cui il suono scandinavo ribaltava i canoni stanchi della house e della techno sono ormai lontani – ma si sente la volontà di fare qualcosa di piuttosto radicale, di forte. E questo ci piace molto. Bentornato, Axwell.
09.03.2016