• VENERDì 19 DICEMBRE 2025
Festival

Polaris Festival: l’edizione che riparte da sé stessa

Polaris ha festeggiato la sua decima edizione con tante novità ed altrettante certezze, offrendo un giusto mix tra pionieri, superstar e talenti emergenti dell’elettronica

foto di Nikita Thevoz e Jean-Félix Koninckx

Dieci anni e nessuna voglia e soprattutto nessuna necessità di autocelebrarsi: così Polaris ha vissuto i due week-end della sua decima edizione, svoltasi a Verbier, Svizzera Francese, negli ultimi due fine settimana di novembre, confermandosi un appuntamento che di fatto fa sempre da apripista a tutti i festival europei in alta quota, che si protraranno come di consueto sino a primavera inoltrata.

Una nuova location e tante novità
Per il suo decennale Polaris ha cambiato davvero tanto: in particolare una nuova location – Espace Saint-Marc, caratterizzata da un design luminoso e da un’architettura molto concreta – e l’installazione MIRROR MIRROR realizzata in collaborazione con Kinetic Light, nota per aver dato vita ai progetti Dark Matter e Skalar di Berlino. Il risultato? Un design luminoso ed un’acustica eccellente, con spazi modulati per dare il giusto equilibrio tra dancefloor, backstage e zone privè, un concetto quest’ultimo che all’estero o meglio nei paesi di matrice nordica viene interpretato in maniera diversa rispetto all’Italia: sono spazi concepiti in maniera essenziale, razionale, con tavoli d’appoggio e bar nelle immediate vicinanze. I bar che fanno i bar, in buona sostanza.

Nina Kraviz al Polaris

 

Musica tra passato, presente e futuro
La line-up di Polaris ha garantito adeguati spazi ai pionieri dell’elettronica, a superstar della console e allo stesso tempo a nuovi talenti, non soltanto svizzeri. Nel primo week-end si sono distinti in particolare Moodymann e DJ Koze (venerdì 21) e Marcel Dettmann e Nina Kraviz (sabato 22). Moodymann è stato come sempre semplicemente perfetto, un autentico professore che se fosse in cattedra potrebbe insegnare allo stesso modo e con eguale perizia matematica e filosofia, così come DJ Koze ha dato a sua volta lezioni di Afro House con retrogusto teutonico: entrambi hanno saputo dimostrare in maniera naturale che cosa significhi essere un dj, ovvero essere capaci di creare un unicum musicale, una colonna sonora senza soluzione di continuità, andando a pescare brani storici alternandoli a tracce mai rilasciate o comunque inedite.

Sabato è stato altrettanto vivace, con ritmi più energici e con la techno a farla giocoforza da padrona: Marcel Dettmann si è palesato in dimensione live, con una serie di macchinari degni se non di un’astronave di sicuro di un aereo per lunghi tragitti. I suoi set sono sempre puliti, impeccabili, in grado di accelerare quando è il momento, così come a tratti la sua esperienza ed il dancefloor gli suggeriscono di abbassare – giusto un minimo – i giri del motore. Subito dopo di lui, Nina Kraviz, la dj che più di tante altre ha fatto da apripista al fenomeno delle dj techno e che vanta innumerevoli tentativi di imitazione, per dirla con il celeberrimo slogan de La Settimana Enigmistica: la si osservi come si muove e come balla mentre mixa, come si toglie e si rimette la cuffia e poi si faccia il paragone con altre dj. La postura di molte di loro è decisamente analoga, come suonano e quello che suonano non sempre, va da sè.

 

Il secondo fine settimana del Polaris non è stato decisamente da meno, grazie soprattutto al set di cinque ore di Laurent Garnier, alla prima volta in questo festival per Sven Väth al ritorno di Carl Craig ed alla house eterna di Honey Dijon – a proposito di professori – così come il clima da festa grande lo si è respirato con il b2b di Mirko Loko b2b DJ Deep. Mirko Loko è l’ideatore e l’organizzatore di Polaris, capace una volta di più di pensare da direttore artistico e logistico ma allo stesso di sapersi sempre mettere la mimetica e scendere nell’agone sonoro. Un professionista come ce ne sono pochi e dal quale c’è davvero tanto da imparare, abile nell’aver concepito un festival ricco anche di tanti eventi off, primo su tutti la première svizzera del film “Desire: The Carl Craig Story”, con talk a seguire con protagonisti Craig, Garnier e Roni Size. In Italia la proiezione non è stata purtroppo altrettanto omaggiata come si sarebbe dovuto.

La qualità di un festival si certifica anche e soprattutto con i contenuti extra, e questo talk è stato più extra di tutti. Sia ribadito una volta per tutte: dalla vicina Svizzera c’è soltanto da imparare.

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Dan Mc Sword
Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.
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