Popolous, nella foto di Ilenia Tesoro
Il 24 aprile al Fabrique di Milano sono tornati Kruder & Dorfmeister, alfieri austriaci di un’elettronica ipnotica e soft, vicina al dub e pure al chill out. Ovviamente, hanno proposto il loro album/compilation più iconico, quelle K&D Sessions su !K7 Music del 1998 che hanno segnato un’epoca. Nella tracklist spiccava uno dei più bei remix del periodo, ovvero i 9 minuti e 10 secondi della loro versione di ‘Useless’ dei Depeche Mode. Anzi, usare l’imperfetto è sbagliato. Quando nella traccia, dopo 6 minuti di melodie e sonorità uniche, tutto si ferma, per ripartire con Dave Gahan che sussurra “Time” su un tempo terzinato, ci si accorge di essere di fronte a un piccolo (o grande) capolavoro, attuale anche oggi.
Potrebbe essere un caso, che K&D siano tornati live a Milano proprio adesso che il revival e i concerti d’ogni tipo, soprattutto in Italia, funzionano. E invece non lo è. Fino a qualche tempo fa, tutta la scena elettronica sembrava lontana anni luce dalla fine dei mitici ’90/primi anni 2000, un periodo fatto di compilation sui dimenticati CD. Erano selezioni molto vendute, sospese tra lounge e chill e luoghi iconici e lussuosi. Il sound di Café del Mar di José Padilla, le atmosfere di Buddha Bar di Claude Challe e poi soprattutto di Ravin o quelle di Hotel Costes di Stéphane Pompougnac, fino a ieri, erano totalmente fuori moda.
Ma tutto cambia e quel tipo di sonorità, scappate chissà dove, oggi rientrano dalla finestra. Tornano pure le sperimentazioni trip hop, il muro del suono dei Massive Attack (in Italia con due date anche la prossima estate, a Milano e al Medimex di Bari), le melodie sofisticate degli Air (che hanno portato in giro con successo il live dedicato al loro iconico album ‘Moon Safari’), le hit quasi pop degli Zero 7 (loro un pochino scomparsi…) e le le canzoni in cui Moby campionava vecchi spirituals… e succede perché quella musica aveva una sua collocazione, tanto che ancora oggi i pubblicitari e i music selector di Hollywood scelgono suoni di questo tipo per i loro spot, in mancanza di vere hit attuali.
Per adesso, ripartiamo dal chill out, che è meno impegnativo. Facile da produrre anche senza troppi mezzi e pure da diffondere. Sono suoni perfetti per i listening bar che aprono come funghi un po’ ovunque e pure per situazioni in qualche modo legate al fashion system, al benessere e gli hotel deluxe (spesso sonorizzate da boutique sonore come l’italiana Rubrasonic, che cura la colonna sonora di ben 2000 spazi nel mondo).
E poi, il chill out forse piace anche perché si contrappone ai ritmi sempre più veloci dell’hard techno di artisti come Nico Moreno o I Hate Models. 25 anni fa o giù di lì erano top DJ come Mauro Picotto o Paul Van Dyk a proporre anche sonorità rilassanti, oggi abbiamo eccellenti album malinconici come ‘Isla Diferente’, il nuovo disco che Populous dedica a Lanzarote.
Co-prodotto con Rocco Rampino (Congorock), è un disco soffice, che però fa venire voglia di muoversi (o almeno muovere il piedino), con dolcezza, la stessa che fa sentire in Latinambient, il nome della nuova label di Populous. Si sentono le voci dei napoletani Fuera e della franco-messicana Eva de Marce, ma quel che si sente di più è proprio la sofisticata e dolce anima musicale di Populous. Può davvero piacere a chi non si sente troppo a suo agio sempre efficiente mainstream musicale di questa parte di millennio, che sia pop o elettronico conta poco.
Un viaggio nuovo chill out che può concludersi in bellezza godendosi, ‘Sonido Cósmico’, il nuovo disco dei Hermanos Gutiérrez, che tra l’altro saranno in concerto il 27 giugno al Vittoriale, a Gardone Riviera (BS), un luogo perfetto per ascoltare le chitarre di Alejandro & Estevan con lo sguardo che si perde sul Garda. Mamma ecuadoriana e papà svizzero, sono cresciuti suonando milonghe, classica e salsa, ma il loro ultimo album, tra reverberi e loop, può essere senz’altro definito (anche) chill out.
30.04.2025